Politica

Siri indagato, finiamola di usare due pesi e due misure (vero, Salvini?)

Ci risiamo. L’indagato è sempre colpevole se è avversario politico, mentre è sempre innocente e onesto se è del tuo partito. Matteo Salvini anche oggi non si smentisce. Appena scoppiato il caso sanità in Umbria, Salvini e i 5Stelle hanno chiesto a gran voce le dimissioni della presidentessa della Regione, Catiuscia Marini. Semplici indagini e neanche un rinvio a giudizio. Solita questione. Giustizialismo a intermittenza. Da poco era accaduto ai 5Stelle con l’arresto del presidente grillino del Consiglio comunale di Roma per corruzione. Passa poco tempo e oggi, guarda sempre il destino, una pesante indagine si abbatte sul sottosegretario ai Trasporti leghista, Armando Siri.

Reazioni uguali? No. Salvini lo difende a spada tratta e dice che un politico non si può dimettere per una semplice indagine, e a una giornalista che lo intervista le dice: “lei se ha un’indagine in corso mica si dimette”. Barzellette. Il leader leghista si dimentica quello che aveva detto poche ore prima sulle indagini in Umbria. Insomma, coerenza zero e faccia come il fondoschiena. Ormai trattano i cittadini come rincoglioniti funzionali. Forse con parziale ragione, visto certi risultati elettorali. Ma oggi, in prossimità delle Europee, l’alleato di governo della Lega reagisce diversamente: Luigi Di Maio chiede le dimissioni di Siri e Danilo Toninelli pare abbia ritirato le deleghe. Una cosa logica, ma con tanti punti contraddittori anche qui. Di certo anche i 5Stelle non si sono comportati coerentemente con i propri: basta ricordare le indagini e i processi in corso contro sindaci grillini e contro lo stesso Salvini.

Siamo di fronte a una banale strumentalizzazione elettorale. Un governo del fallimento in tutti i sensi. Perché bisogna decidersi una volta per tutte. O si è garantisti sempre o si è sempre giustizialisti. Bisogna finirla di utilizzare due pesi e due misure. Bisogna ricordarsi che per tutti vige il principio di non colpevolezza fino a sentenza passata in giudicato. Ci sono poi ragioni di opportunità politica, ma anche queste devono valere per tutti.

Non è più possibile che ci siano distinzioni non fra reati e indagini, ma solo fra chi è indagato o imputato di un determinato partito. E di certo i 5Stelle ora non possono fare le verginelle, avendo impedito il processo a Salvini ed essendosi alleati con un partito che ha truffato lo Stato per 49 milioni di euro di rimborsi elettorali fasulli.

Vedremo se il caso Siri farà cadere il governo o se anche questa volta sarà il semplice giochino elettorale. Più probabile la seconda. Anche perché Di Maio sa benissimo che al governo non ci andrà più. Ehi Siri, ora dicci: che cos’è una tangente?