Uber ha lanciato una funzione per le autiste dell’Arabia Saudita che permette di bloccare gli uomini che richiedono il loro servizio.
La funzione si chiama “Women Preferred View” e seleziona i passeggeri in base al loro genere. E’ attiva da aprile ed è stata sviluppata perché Uber ha scoperto che il 74% delle autiste del servizio in Arabia Saudita non vogliono prendere passeggeri uomini.
Le donne hanno ricevuto il diritto di guidare a giugno dello scorso anno e da allora 2.000 guidatrici si sono registrate per essere taxi drivers sulla piattaforma, diventando un lavoro sempre più comune specialmente nelle maggiori città saudite come Riyadh e Jeddah.
Questa nuova funzione fa parte dell’iniziativa lanciata da Uber “Masaruky” che ha tra gli obiettivi quello di avere più donne come autiste in Arabia Saudita. In base a una survey del 2018, Uber infatti registrò ben il 31% delle intervistate interessate a intraprendere questo lavoro come carriera.
Ma in questo modo non si aumenta il gender gap invece di diminuirlo?
Anche noi di Donne in Auto abbiamo esultato l’anno scorso quando le donne arabe hanno potuto iniziare a guidare ma, leggendo della “women preferred view”, non ci è venuto ugualmente da gioire. Non è forse un altro modo per mantenere separazioni e segregazioni tra uomini e donne? Non sarebbe meglio fare qualcosa per integrare e superare queste differenze? Non siamo forse in un mondo in cui si sta facendo uno sforzo enorme per tentare di superare differenze di genere, di qualunque genere, che sono ormai obsolete e, in ultima istanza, non favoriscono né un genere né l’altro?
Uber è stata a lungo sotto i riflettori per via delle sue discutibili politiche di governance e dopo che Travis Kalanich si è dimesso alla luce degli episodi che hanno indiscutibilmente danneggiato l’immagine della società – dalle molestie sessuali alle accuse di truffa e spionaggio aziendale -. Al suo posto è subentrato Dara Khosrowshahi, arrivato da Expedia. Nel giro di due anni, ha già operato grandi cambiamenti. Forse anche troppi circoscritti all’Arabia Saudita, che secondo me hanno tanto della trovata di marketing…
Operazione di marketing in attesa dell’IPO di maggio?
Del resto è imminente la quotazione di Uber: più si attirano i riflettori su quella che sarà una delle IPO più grandi della storia americana, meglio è. Al momento ci si aspetta un’operazione che valuterà Uber circa 100 miliardi di dollari e che punta a raccogliere a Wall Street circa 10 miliardi di dollari. Se le cifre saranno confermate si tratterà effettivamente di una delle 10 IPO più grandi di tutti i tempi: un motivo sufficiente per ricordarsi anche delle differenze di genere!