A svelare i dettagli della vita di inferno è stata una delle bambine, una 17enne, che è riuscita a scappare. Ha allertato la polizia dicendo: "Vivo in una famiglia di quindici persone, i miei genitori violenti hanno abusato di me e due delle mie sorelle sono incatenate"
Passeranno il resto della loro vita in carcere David e Louise Turpin, i coniugi finiti a processo per aver tenuto legati a catene o all’interno di gabbie i loro tredici figli, senza cibo né giocattoli, e sottoponendoli anche ad abusi. La sentenza era attesa per la serata di venerdì e per marito e moglie veniva ipotizzata una condanna intorno ai 25 anni. Il giudice, però, ha deciso che per le violenze a cui sono state sottoposte le tredici persone, di età compresa tra i 2 e i 29 anni, all’interno della casa di Perris, in California, che risultava registrata come scuola privata secondo il Dipartimento dell’Educazione, i due meritassero l’ergastolo.
A svelare i dettagli della vita d’inferno all’interno di quella che è stata ribattezzata dalla stampa “La casa degli orrori” è stata una delle bambine, una 17enne che è riuscita a scappare. I contenuti della sua telefonata al 911 sono stati resi pubblici nel corso del processo svoltosi in California: “Vivo in una famiglia di quindici persone, i miei genitori violenti hanno abusato di me e due delle mie sorelle sono incatenate”. La ragazza ha aggiunto: “Io non sono mai uscita“, precisando di non poter dire se qualcuno fra i suoi fratelli e sorelle avesse bisogno di cure mediche.
Quando sono arrivati sul posto, gli agenti hanno trovato “alcuni bambini legati al letto con catene e lucchetti al buio”, in stanze invase da “un odore nauseabondo”. La diciassettenne aveva raccontato: “Qualche volta mi sveglio e non posso respirare per quanto la casa è sporca”. Inoltre, a chi le chiedeva quando avesse fatto l’ultimo bagno ha risposto: “Non so, quasi un anno fa”.