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La moltiplicazione degli Antonacci: arrivano i figli di Biagio. “Paura eh?”

Stiamo parlando di Paolo e Giovanni, 18 e 24 anni: giovani, pieni di talento e con l'ambizione di sfondare nel mondo delle sette note. D'altronde, nelle loro vene scorre lo stesso sangue di papà Biagio e di nonno Gianni, che sta per Morandi (la loro mamma è Marianna Morandi): era quasi inevitabile. Il più piccolo, classe 2001, ha fatto oggi il suo debutto nella discografia con il brano Se mi scegli

di Giulio Pasqui

La moltiplicazione dei pani e degli Antonacci. Mentre papà Biagio è preso con la preparazione del tour negli stadi con Laura Pausini, i “baby” Antonacci vanno alla conquista della scena musicale. “Paura eh?”. Stiamo parlando di Paolo e Giovanni, 18 e 24 anni: giovani, pieni di talento e con l’ambizione di sfondare nel mondo delle sette note. D’altronde, nelle loro vene scorre lo stesso sangue di papà Biagio e di nonno Gianni, che sta per Morandi (la loro mamma è Marianna Morandi): era quasi inevitabile.

Il più piccolo, classe 2001, ha fatto oggi il suo debutto nella discografia con il brano Se mi scegli. Ha scelto come nome d’arte semplicemente “Giovanni”, senza cognome, e anche sui social si fa chiamare @giovanniforeal: forse per rivendicare il fatto di non voler marciare sul suo cognome famoso, che non specifica mai. Lui ha scelto la strada contemporanea della trap, anche se ha scelto di debuttare con una dedica d’amore non convenzionale con slang giovanili come “baby”, “sbatti”, “le pare”, “sono happy”. Curiosità: iTunes bolla il brano come “esplicito” pur non essendoci né parolacce né contenuti volgari.

Il più grande, Paolo, è invece un autore in rampa di lancio, ormai punto di riferimento per i più grandi della scena musicale: dal brano sanremese di Nek a Ramazzotti e Alessandra Amoroso, ha scritto anche due canzoni contenute nell’album di Francesco Renga in uscita proprio oggi. Lui ha scelto la strada del dietro le quinte, mettendo la sua penna prima del nome.

Interessante, e condivisibile, la sua opinione sui ‘figli di’ nel mondo della musica. “Purtroppo in Italia abbiamo assistito a un bruttissimo excursus: i figli di sono considerati male, ma perché abbiamo avuto degli esempi sbagliati. Fino a qualche tempo fa non ricordo di aver ascoltato qualcosa di veramente interessante nata da un figlio d’arte. L’Italia è prevenuta e spesso punta loro una pistola alla tempia solo perché è raro ascoltare qualcosa che faccia dimenticare il padre o la madre. Anche io, se fossi andato a Sanremo Giovani e avessi fatto quel percorso, sarei stato crocifisso. Invece quando ho visto Tredicipietro (il figlio di Gianni Morandi, che sta facendo un bel percorso autonomo, ndr) ho capito come il talento possa toglierti davanti tante difficoltà. Ultimamente ho sentito cose interessanti”, ha detto recentemente.

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