“Non esistono comuni di serie A e di serie B”. Matteo Salvini, dopo gli attacchi a Virginia Raggi per il caso degli audio registrati durante gli incontri su Ama e quelli sul decoro urbano della Capitale, torna a ribadire la sua contrarietà alla norma Salva-Roma, operazione sul debito storico annunciata dal Campidoglio e dal viceministro Laura Castelli lo scorso 4 aprile. “Stiamo lavorando a un decreto Crescita e non credo ci debbano essere comuni di seria A e di serie B”, ha scandito il vicepremier. E alla domanda se avesse paura di un possibile default della capitale Salvini ha risposto: ” Mi spaventa un sindaco che dice di non avere il controllo della città”.
Si tratta solo dell’ultimo botta-e-risposta con Raggi. In giornata il leader della Lega aveva già attaccato perché “ha chiesto aiuto per salvare Roma da degrado, turisti cafoni e incivili in genere”. “Evidentemente è distratta – aveva detto – La circolare sulle zone rosse va esattamente in questa direzione, esattamente come alcuni strumenti nel decreto sicurezza. Basta leggere le norme e applicarle”. Per poi aggiungere: “Facciamo di tutto per aiutare i romani. Evidentemente c’è un sindaco che di sua voce dice a un suo collaboratore ‘Non ho il controllo della città ‘… auguri. Non ho tempo per rispondere agli insulti. Mi dispiace per come è ridotta Roma”.
Ma è soprattutto il cosiddetto Salva-Roma a finire nel mirino dei leghisti. La norma è un’operazione sul debito storico di Roma annunciata dalla sindaca e dal viceministro dell’Economia Laura Castelli, lo scorso 4 aprile. Si tratta dell’intenzione di chiudere nel 2021 la struttura commissariale (definita da Raggi “una sorta di bad company”) dipendente da Palazzo Chigi che gestisce da anni tutti i debiti accumulati dalla Capitale fino al 2008, debiti arrivati al momento a quota 12 miliardi. Secondo il M5S questa azione non comporterebbe oneri maggiori per lo Stato e per gli italiani, anzi produrrebbe dei risparmi e risorse in più a disposizione, tanto che la Raggi lo ha ribattezzato il ‘Salva Italia’. Tuttavia la Lega dall’inizio ha mostrato forti dubbi sulla misura, arrivando a chiederne lo stralcio dal decreto Crescita.
Per il capogruppo della Lega in Campidoglio, Maurizio Politi, il Salva-Roma “non convince” il Carroccio perché Raggi “non ha alcuna prospettiva” alla Capitale. “Il governo – secondo Politi – è disposto ad aiutare Roma, la Lega in primis, ma il problema vero è che in tre anni il M5S non ha offerto alcuna visione della città, è tutto peggiorato”. Virginia Raggi, aggiunge, “non è in grado di amministrare”.
Raggi, attacca Politi, “sta solo finendo di distruggere” il Comune. “La questione non è il debito storico di questa città, ma la totale assenza di progettualità sugli investimenti in termini di idee: insomma al di là della funivia, discutibile anche questa, non vi è nessun progetto, nulla di sensato”, dice all’Adnkronos. “Serve un nuovo piano trasporti, in sinergia con l’area metropolitana, un nuovo sistema di bigliettazione – aggiunge Politi – Serve la libertà di scelta educativa, serve l’agevolazione dell’ingresso di privati nella gestione del verde e soprattutto serve un termovalorizzatore per una soluzione del problema rifiuti che dovrebbe essere ad esclusiva gestione pubblica”.
Parole pronunciate nel solco del discorso di Matteo Salvini: “Io dico che Raggi non è più adeguata a fare il sindaco di Roma non per eventuali irregolarità, non faccio il pm e non faccio il giudice, decideranno loro se ci sono stati reati – aveva detto giovedì il vicepremier leghista dopo il caso dei colloqui con l’ex ad di Ama, Bagnacani – Ma se un sindaco della città più importante d’Italia dice ‘i romani fuori dalla finestra vedono la merda’ e ‘ho la città fuori controllo’ è un giudizio politico il mio. Non sei in grado di fare il sindaco, lascia che qualcun altro faccia il sindaco”.