“Mayor Pete” scende in campo. “Questo è il momento, probabilmente l’unico nella storia americana, in cui dovrebbe essere logico che qualcuno della mia età, con l’esperienza del Midwest industriale, porti qualcosa che davvero aiuti gli americani”. Con queste parole è iniziata la campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti di Pete Buttigieg, 37enne sindaco – “mayor” appunto – di South Bend, Indiana. Buttigieg è nato proprio lì, nello stato dove Donald Trump ha vinto con più di mezzo milione di voti rispetto a Hillary Clinton. Là dove The Donald ha raccolto il consenso delle tute blu è iniziata la campagna elettorale del poliglotta con sette lingue sul curriculum. Buttigieg ha iniziato la sua lunga campagna proprio dall’ex fabbrica automobilistica di Studebaker chiusa negli anni ’60 e diventata un complesso che accoglie nuove società dell’high tech. Simbolo del “cambiamento che sta avvenendo, che siamo pronti o no”. Dalla Casa Bianca sembra arrivare quasi un’investitura: “Penso che mi piacerebbe correre contro di lui” ha detto il presidente in un’intervista alla radio Wmal Dc.
Cristiano contro cristiano
C’è una foto che ha segnato la storia di quel suo primo comizio: il bacio con il suo compagno Chasten Glezman che ha fatto il giro del mondo. Anche se il vicepresidente Mike Pence ha attaccato: “L’omosessualità è un peccato”. E non è il primo litigio tra i due, uno cattolico e l’altro protestante. “Se il fatto che io sia omosessuale è una scelta, allora è stata fatta in alto, molto in alto” aveva detto Buttigieg. Rincarando la dose: “Vorrei che i Mike Pence del mondo lo capissero: se avete un problema con ciò che io sono, il vostro problema non è con me, il vostro problema, signori, è con il mio creatore“. Non è stata la prima disputa sui diritti delle persone Lgbt tra i due politici originari dell’Indiana. Nel 2015 Pence, allora governatore, era stato molto criticato per aver difeso la legge sulla “libertà religiosa” – poi rivista – che avrebbe permesso a commercianti, negozianti, ristoranti di rifiutarsi di servire clienti omosessuali per motivazioni religiose. E Buttigieg aveva commentato: “Il mio problema è quando queste convinzioni religiose vengono usate per danneggiare altre persone“.
“Abbiamo bisogno di una nuova generazione di leader”
Buttigieg ha sfidato inoltre Donald Trump: “Viene venduto un mito alle comunità rurali e industriali” secondo cui “si potrebbe fermare il tempo e tornare indietro”. Altro che il “Make America great again”, scandito dal presidente più anziano della storia americana. E la sfida per il 2020 è già stata accettata dal presidente: “Mi piacerebbe correre contro di lui”. Il rispetto del più anziano è già guadagnato. E non è una semplice questione di età, quanto piuttosto di generazioni: “È arrivato il momento di allontanarci dalle politiche del passato per andare verso qualcosa di differente, abbiamo bisogno di una nuova generazione di leader“. E Buttigieg la rappresenta, per motivi non solo anagrafici. Per puntare a divenire il presidente più giovane di sempre.
“Tre parole: libertà, sicurezza e democrazia”
Tre parole chiave hanno guidato il discorso di avvio della sua campagna per la leadership del Partito Democratico: “Libertà, sicurezza e democrazia”. In primo luogo la libertà, “qualcosa che i nostri amici conservatori hanno iniziato a trattare come se fosse di loro proprietà”. Secondo punto, la sicurezza, che “è molto di più che mettere un muro da un mare scintillante all’altro”. Perché “la più grande nazione del mondo non deve avere niente da temere da bambini che fuggono dalla violenza. Soprattutto, i bambini che fuggono dalla violenza non dovrebbero avere niente da temere dalla più grande nazione del mondo“. Per finire l’elenco con la democrazia: “Non è molto repubblicano se i nostri distretti sono disegnati in maniera tale che i politici scelgano i loro elettori, e non il contrario”. Infine, una nota sul clima. “Non possiamo nemmeno scegliere chi ha presentato il miglior piano per combattere il cambiamento climatico, perché soltanto una parte politica ha presentato un piano. Non vi piace il nostro piano? Bene, mostrateci il vostro!” E il clima accompagna anche la nota finale del discorso: “Abbiamo la possibilità di inaugurare una nuova primavera americana“.
Può diventare il più giovane presidente
Ancora prima di candidarsi ha raccolto 7 milioni di dollari: un risultato ben al di sopra delle aspettative, più di quasi tutti gli sfidanti. Negli ultimi sondaggi il candidato democratico è al terzo posto nelle primarie in Iowa e New Hampshire, primi stati a votare. Favorevole all’abolizione della pena di morte, è per la copertura sanitaria estesa a tutti gli americani e pro-organizzazioni sindacali. Nel 2015 è stato rieletto sindaco con l’80% dei voti e ha attirato l’attenzione dei media anche per ciò che la sua discesa in campo significa: può diventare il più giovane presidente e il primo apertamente omosessuale degli Usa. Anche se negli ultimi sondaggi è terzo, distanziato dai primi Bernie Sanders e Joe Biden, la campagna di “Mayor Pete” è appena iniziata.