Cronaca

Professore xenofobo e razzista sui social, Bussetti: “Un concorso vinto non dà il lasciapassare per delirare”

Il ministro annuncia la richiesta di relazione e un’ispezione a seguito del caso suscitato da alcuni post di Sebastiano Sartori, un professore dell'istituto alberghiero Barbarigo di Venezia già segretario regionale di Forza Nuova

“Se qualcuno sale in cattedra per seminare odio e falsità evidentemente non si trova nel posto giusto. E va allontanato dalla scuola. Un concorso vinto non dà il lasciapassare per delirare e offendere”, così il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha annunciato via Facebook una relazione e un’ispezione a seguito del caso suscitato da alcuni post xenofobi e di stampo fascista di Sebastiano Sartori, un professore dell’istituto alberghiero Barbarigo di Venezia già segretario regionale di Forza Nuova.

“Insegnare è un lavoro bellissimo, una missione da vivere tutti i giorni dando il meglio di sé per educare i nostri giovani. Sono orgoglioso del quotidiano lavoro svolto da centinaia di migliaia di docenti di ruolo e precari nelle scuole italiane”, è la premessa del ministro. “Leggo sugli organi di stampa di atteggiamenti e dichiarazioni inqualificabili da parte di un insegnante in Veneto che, se confermati, rappresenterebbero un fatto gravissimo, un comportamento generale non conciliabile con il ruolo di docente. Non è possibile che un insegnante si esprima in questi termini – sottolinea Bussetti -. Per questo ho sollecitato una relazione e un’ispezione: voglio verificare cosa sia realmente accaduto”. Una volta accertati i fatti, “assumeremo tutte le iniziative e le misure, anche sanzionatorie, necessarie a tutelare gli alunni e tutti i docenti che ogni giorno, anche a costo di enormi sacrifici, permettono alla scuola italiana di svolgere il suo fondamentale ruolo per i nostri giovani”, conclude il ministro.

Quanto ai messaggi del professore, spaziano da “la Costituzione è un libro di m…buono per pulirsi il c…” a la senatrice a vita Segre “sta bene in un simpatico termovalorizzatore”. Parole che hanno fatto inorridire i genitori dei suoi alunni, che si sono rivolti alla magistratura, alla Polizia e ai vertici del sistema scolastico lagunare. Chiedendo provvedimenti disciplinari nei confronti di chi “dovrebbe essere un educatore” per “far terminare questa vergogna”. Sebastiani, 50 anni, non è nuovo a sparate a carattere xenofobo, ma ora per i genitori è arrivato il momento di dire basta. “Siamo molto preoccupati – scrivono – per il fatto che un insegnante sia quotidianamente in contatto con i nostri figli. Sartori inneggia al razzismo, alla guerra, all’intolleranza, al fascismo e a quanto di peggiore ci possa essere”. Quello che esprime, sostengono, “non è libertà di pensiero. Pensiamo che un insegnante, che ha un ruolo educativo importante e fondamentale, non debba permettersi certe esternazioni su Facebook”.

I genitori aggiungono di credere “nei valori della Costituzione” e di ritenere che gli insulti che l’insegnante fa alla Costituzione stessa, al Papa e al presidente Mattarella “siano fortemente lesivi dei valori educativi che ispirano le nostre famiglie e la scuola italiana”. Anche in classe il docente non risparmierebbe comportamenti di chiara matrice razzista. “I nostri ragazzi – concludono nella lettera in cui hanno segnalato il caso – hanno paura a controbattere a ciò, perché il suo atteggiamento è aggressivo e prepotente anche per i colleghi”. “Io rispondo con gli atti – ha tagliato corto la preside, Rachele Scandella alla notizia della lettera dei genitori – che sono previsti dalla legge per questi casi”.