In generale le chiamiamo “carte”, ma tra di loro hanno molte differenze. Sono, comunque, il metodo cashless ancora più utilizzato, tanto che nel tempo si sono evolute permettendo acquisti online, o, negli ultimi anni, proponendo modelli dotati di tecnologia contactless, che funzionano cioè senza neanche bisogno di strisciarli o di inserirli per la lettura del chip. Il bancomat viene generalmente dato gratuitamente da una banca all’apertura di un conto corrente e può essere utilizzato solo se si hanno a disposizione dei soldi nel conto. La carta di credito, invece, viene rilasciata su richiesta e comporta un pagamento mensile o annuale. Le somme spese con la carta di credito non vengono addebitate al momento dell’acquisto, ma all’inizio o a metà del mese successivo, permettendo quindi di acquistare beni anche se momentaneamente non si hanno liquidi nel conto. Ancora diversa è la cosiddetta carta prepagata. Una modalità di pagamento che in Italia è molto utilizzata. Secondo il rapporto Community Cashless Society il numero delle carte di credito prepagate è infatti triplicato dal 2010 al 2016, raggiungendo le 26 milioni e 422mila carte in circolazione. Numeri che portano l’Italia al primo posto in Europa per il tasso di utilizzo delle carte prepagate: il valore e il numero di transazioni nel 2016 ammontavano rispettivamente a 20,6 miliardi di euro e a 461,2 milioni (per una media di circa 45 euro a pagamento). Un successo attribuibile soprattutto a un aspetto culturale del consumatore che considera la prepagata un’alternativa più “sicura”, soprattutto per gli acquisti online, rispetto alla tradizionale carta di credito perché scollegata da un conto corrente.
Usi & Consumi
Le intramontabili: bancomat, carte di credito e prepagate - 2/5
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