I due ragazzi di 18 e 19 anni erano stati arrestati nell’ambito delle indagini sull'omicidio avvenuto giovedì sera durante gli scontri a Derry, in cui circa 50 bombe molotov sono state lanciate contro gli agenti. Scarcerandoli, le autorità hanno anche lanciato un nuovo appello a eventuali testimoni
I due ragazzi di 18 e 19 anni arrestati nell’ambito delle indagini sull’omicidio della giornalista Lyra McKee, colpita giovedì sera da uno sparo negli scontri a Derry in Irlanda del Nord, sono stati rilasciati dalla polizia. Scarcerandoli, le autorità hanno anche lanciato un nuovo appello a eventuali residenti che fossero stati presenti durante gli scontri di giovedì notte nel complesso residenziale di Creggan a fornire qualsiasi informazione, inclusi video, utile a “portare gli assassini di Lyra di fronte alla giustizia”. Il 18enne e il 19enne erano stati fermati in virtù della legge antiterrorismo. Sabato il commissario Jason Murphy aveva detto di credere che “i responsabili” fossero membri del New Ira, gruppo dissidente legato all’Ira, militante per la riunificazione dell’Irlanda.
Nella notte fra giovedì e venerdì, nel quartiere di Creggan, circa 50 bombe molotov sono state lanciate contro gli agenti e due auto sono state incendiate. Secondo i media britannici, le violenze erano scoppiate dopo un raid della polizia in alcuni appartamenti di Mulroy Park e Galliagh, in relazione a delle indagini su attività di esponenti repubblicani. McKee, poco prima di essere uccisa aveva pubblicato un’immagine dei disordini nella città, scrivendo “Derry questa notte. Follia totale”. La 29enne, nata a Belfast, si è lungamente occupata del conflitto nordirlandese e delle sue conseguenze.
Secondo la ricostruzione fornita dalla polizia, un uomo ha esploso dei colpi contro gli agenti colpendo alla testa la giornalista che si trovava vicino a uno dei veicoli della polizia. Gli inquirenti hanno recuperato video delle telecamere di sorveglianza e girati con cellulari, in uno dei quali si vedrebbe il sospetto killer con il volto coperto che si sporge da dietro un riparo per sparare contro la polizia. Venerdì a Derry si è svolta una veglia, dove è intervenuta anche la compagna della giornalista, Sara Canning, che l’ha descritta anche come “una instancabile sostenitrice e attivista” per i diritti delle persone Lgbt.
Due decenni dopo la firma degli accordi del Venerdì santo nel 1998, che misero fine ai Troubles che per trent’anni avevano sconvolto l’Irlanda del Nord, la tensione si è alzata di recente a causa della Brexit, poiché la frontiera nordirlandese è uno dei temi di più forte scontro nel divorzio tra Regno Unito e Unione europea. L’uccisione di McKee è avvenuta anche alla vigilia del fine settimana di Pasqua, in cui i repubblicani celebrano le rivolte del 1916, quando i militanti tentarono di ottenere l’indipendenza dal Regno Unito. Derry è tristemente celebre per il Bloody Sunday del 30 gennaio 1972, quando i soldati britannici spararono sui manifestanti pacifici, uccidendo 14 persone. Nella cittadina a gennaio era esplosa un’autobomba, episodio che aveva già fatto temere una nuova ondata di violenza causata da gruppi paramilitari.