Scontro a distanza nel governo sui debiti della capitale. Salvini: “La sindaca non ha il controllo, non faccio doni”. La viceministra dell'Economia, Laura Castelli: “Non servono nemici se non ci sono, chiudiamo una procedura di B. del 2008". I Cinquestelle: "Carroccio non ha capito di cosa si tratta, loro e Salvini inciampati in una grandissima gaffe"
Salvini: “Salva Roma? O tutti o nessuno”. Castelli: “La norma non è replicabile“. Alla vigilia del Consiglio dei ministri chiamato a dare il via libera (questa volta “con intese”) al decreto Crescita, si riaccende lo scontro interno alla maggioranza sulla norma Salva Roma. Ed è uno scontro tutto elettorale con fonti della Lega che in serata fanno sapere: “Nessuna norma salva Raggi. Non esistono comuni di serie A e serie B. O si aiutano tutti i comuni e i sindaci in difficoltà o nessuno. La Lega non vota norme che creano disparità“. Poco prima erano state fonti interne ai Cinquestelle a rivolgersi proprio ai leghisti: “Non hanno capito di cosa si tratta. È operazione a costo zero, ne parlano per nascondere l’indagine su Siri“. “Siamo di nuovo costretti a puntualizzare”, riferiscono poi le stesse fonti in serata, “perché la Lega con Matteo Salvini è inciampata in una grandissima gaffe senza saperlo. Il provvedimento di cui parlano, che loro chiamano salva-Roma, poi salva-Raggi quando capiscono che il primo epiteto non paga in termini elettorali, è totalmente a costo zero. Non andiamo oltre, ci fermiamo qui, sarebbe paradossale spiegare qualcosa che capirebbe anche un bambino“, ribadiscono i pentastellati.
Il 23 aprile è in programma la riunione a Palazzo Chigi in cui verrà approvato il decreto Crescita, quello in cui sarà presente anche la legge sulla Capitale. Un provvedimento, quest’ultimo, al centro della strategia politica della Lega, sin da subito contraria al provvedimento, specie dopo gli attacchi dei pentastellati dopo il caso del sottosegretario Armando Siri indagato per corruzione. Negli ultimi giorni, tuttavia, si era fattastrada una sorta di tregua armata, con Di Maio che aveva lanciato segnali di distensione, specificando che provvedimenti simili potrebbero essere estesi ad altre città, come la Catania guidata dal centrodestra e Torino, amministrata invece dai CinqueStelle.
Un messaggio che pareva aver fatto breccia nella Lega. Proprio l’idea di utilizzare il modello Salva Roma anche per altre situazioni debitorie è stato al centro delle parole di Salvini da Pinzolo, dove si trova per le elezioni suppletive del 26 maggio. “O tutti o nessuno, in democrazia funziona così. Non ci sono Comuni di serie A e Comuni di serie B – ha sottolineato Salvini – Se in tanti hanno dei problemi aiutiamoli, altrimenti non si sono quelli più belli e quelli più brutti”. Il vicepremier, poi, ha parlato nello specifico della situazione della capitale, spiegando che “a Roma mi sembra che ci sia un sindaco che non ha il controllo della città, dei conti, della pulizia e delle strade. Quindi noi regali non ne facciamo, la Lega regali non ne fa”.
L’apertura dei giorni scorsi del M5s, tuttavia, è diventata una sorta di chiusura dopo le parole del vice ministro dell’Economia Laura Castelli: “Voglio rassicurare il ministro Salvini, non c’è nessun ‘Salva Roma’, dalla lettura della norma, peraltro non replicabile, si comprende che così viene chiusa l’operazione voluta dal Governo Berlusconi nel 2008, con un considerevole risparmio per lo Stato e per i cittadini”. E in serata fonti del M5s hanno fatto filtrare all’Ansa: “Sul cosiddetto salva Roma la Lega forse non ha capito di cosa si tratta, visto che parliamo della chiusura di un commissariamento a costo zero che permetterà ai romani di non pagare più gli interessi su un debito vecchio di 20 anni che creò proprio il centrodestra con Berlusconi al governo”. Piuttosto, è la stoccata, la Lega” pensi a Siri e alle indagini sui fondi che riguardano anche il loro tesoriere, invece di fare di tutto per nasconderlo”.
La viceministra del Movimento 5 Stelle, invece, ha sottolineato che è improprio parlare di Salva Roma e quindi ha sottolineato come la norma non sia applicabile ad altri comuni in difficoltà. “Non c’è sempre bisogno di un nemico, perché in questo caso non c’è un nemico – ha continuato – I Comuni vanno salvati tutti, perché così si salvano i servizi ai cittadini, l’ho detto anche nei giorni scorsi e lo confermo. Anche con quelli capoluogo di Città Metropolitana, nei giorni scorsi, abbiamo avviato un dialogo proficuo”. Il vice ministro ha poi rivendicato quanto di buono fatto sinora: “Stiamo facendo un ottimo lavoro, da quando siamo al Governo, con norme puntuali e specifiche, con il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali. I problemi delle Amministrazioni sono diversi – ha aggiunto – e le soluzioni da adottare sono differenti. Purtroppo abbiamo trovato solo macerie, da cui è necessario ricostruire. Noi lavoriamo per rimetterli tutti in piedi, dal più grande al più piccolo, ognuno con la sua cura – ha concluso Laura Castelli – perché ognuno ha una malattia diversa. A questo si può reagire solo rimboccandosi le maniche, con il dialogo e la comprensione. È un lavoro, puntuale, che stiamo facendo anche assieme al Sottosegretario all’Interno Stefano Candiani“.