“Si capisce è buono, sinno te futte”. Si apre con una citazione di Pino Daniele L’orso ‘nnammurato, un libro di 66 poesie d’amore scritte da Alessio Sollo – voce e anima dei The Collettivo -, 14 delle quali trasformate in canzoni dal cantautore Claudio Domestico alias Gnut e inserite nel disco in allegato (Edizioni “ad est dell’equatore”, 2018). Alla fine del libro, per chi non capisce il napoletano, c’è un ricco glossario. Un disco di canzoni intime e sussurrate, come le bellissime Uocchie senza core e ‘A guerra d’e cient’anni, in cui si racconta come ci si sente quando una storia d’amore finisce: Quanno ammore te sfonna / te ne scinne ‘a ‘nt’ ‘e panni / pare ca staje turnanno / da ‘na guerra ‘e cient’anni / ma si ‘a vita te cagna / nun te mettere scuorno / pure ‘o diavolo chiagne / Si ce mettono ‘e corne. Ma anche canzoni divertenti come ’O ciarlatano.
Parole anfibie, che abitano con disinvoltura sia le pagine che le note e su cui s’incastrano e si (con)fondono due voci diverse e complici. Una collaborazione che nasce per caso da una grande amicizia. “Alessio aveva preso da poco – racconta Gnut – la bellissima abitudine di pubblicare poesie su Facebook. Un giorno per gioco provai a musicare dei versi che aveva appena pubblicato, una poesia che si chiama L’orso ‘nnammurato. Gli inviai una registrazione fatta con il mio cellulare e lui si accorse solo il giorno dopo che i versi erano quelli del suo post. Proposi la canzone a Daniele Sepe nel periodo in cui stavamo lavorando al primo disco di Capitan Capitone, e dopo averla registrata si decise di cambiarle titolo: diventò L’ammore ‘o vero. Una delle canzoni napoletane più belle degli ultimi anni. Grazie a questo libro abbiamo scoperto un poeta e ritrovato una delle voci più delicate del nuovo cantautorato napoletano.
Come nasce questo progetto?
Sollo: Nasce per gioco e per amore. Due amici che scoprono di essere così incredibilmente compatibili, sebbene provenienti da esperienze musicali così diverse, e iniziano a scrivere canzoni a raffica senza sentire l’esigenza di fare in modo che diventi necessariamente un progetto.
Quanto è difficile musicare le poesie?
Claudio: Le poesie di Alessio sono molto musicali e le sue metriche si sposano benissimo con il mio approccio ritmico alla melodia. Quindi è stato molto semplice e stimolante per me, che di solito sono abituato a scrivere tutto da solo.
Come avete scelto le poesie da far diventare canzoni?
Claudio: Alessio scrive tantissimo tutti i giorni. Non abbiamo scelto le poesie da musicare, sono state le poesie a dettare l’ispirazione per le canzoni.
Con il tuo gruppo hai sempre scritto e cantato in inglese, com’è stato ritornare al dialetto napoletano?
Sollo: Io penso in napoletano. In casa mia si è sempre parlata la lingua madre. La “lingua padre”, l’italiano, l’ho imparata praticamente a scuola. Artisticamente invece ho avuto come la sensazione di dover essere all’altezza di quella antica magia che la contraddistingue, prima di cominciare a utilizzarla.
Qual è la musa ispiratrice dell’orso innamorato?
Sollo: È una donna semplice, allegra e malinconica, tanto bella dentro e fuori, di quelle che esistono in copia unica, proprio come la mia città. Ma non chiedermi di fare nomi. Io canto, ma non me la canto.
Cosa ti spinge a scrivere sempre d’amore?
Sollo: Risponderò con un’altra domanda, citando John Lennon, inimitabile maestro, al quale posero appunto lo stesso quesito a proposito della sua carriera da solista: “Esiste forse qualcosa di più importante?”.
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