Jack Ma, il fondatore di Alibaba, una delle più importanti piattaforme di commercio on line, nonché uno degli uomini più ricchi al mondo, ci ha da tempo abituato a dichiarazioni eclatanti.
L’ultima in ordine di tempo riguarda la formula 996, che non è un numero d’emergenza, bensì la definizione dell’orario di lavoro nella sua azienda che in parole povere significa: si lavora dalle 9 di mattina alle 9 di sera per sei giorni la settimana. Dodici ore tonde tonde che alla settimana ne totalizzano 72, in contrasto con la legge cinese che prevede un massimo di 40.
Ci sono tantissime persone che lavorano 12 ore al giorno, non solo in Cina, basta pensare ai piccoli esercizi a conduzione famigliare anche nel nostro paese, quindi non è tanto il numero di ore che colpisce, quanto il sostenere che questa sia la strada che conduce al successo e soprattutto l’obbligatorietà di un orario del genere.
La strada del super lavoro non è una novità: in Giappone il fenomeno del Karoshi, delle persone che lavorano fino a morirne è fortunatamente in via di sparizione, e sempre più persone in quel Paese non considerano eroi (come avveniva un tempo) quanti letteralmente si ammazzano di lavoro.
Non è certo un inno all’ozio fine a sé stesso che porta a giudicare negativamente un pensiero siffatto, si può lavorare tanto anche se si predilige la lentezza, quello che però è inaccettabile è indicare la strada del superlavoro come una prospettiva duratura. Ci sono momenti nella vita delle persone in cui si può essere costretti a stralavorare, ma questa non deve essere una condizione di normalità alla quale siamo obbligati. Una conduzione del genere non è detto poi che sia funzionale all’azienda nella quale si lavora. Le persone stanche, oberate, senza tempo per sé e e per i propri interessi non sono in grado di dare un buon contributo sia in termini di creatività sia in termini di riduzione degli errori. Anche a livello sociale, sempre tenendo come esempio il Giappone, quella cultura ha portato a un impoverimento dei rapporti umani, con scorciatoie per l’alcolismo e la dipendenza da psicofarmaci per reggere il ritmo e non ha preservato il Paese dal declino economico.
Colpisce anche il fatto che questo discorso da parte di Jack Ma sia rivolto ai giovani, come se l’intento sia quello di formare una leva di persone che vivono per il lavoro, e che trovano soddisfazione e successo solo in esso, e nella quantità di denaro che riescono ad accumulare.
Recentemente il tycoon di Alibaba, ci aveva sorpreso, tanto da esultarne, per la scelta di abbandonare la direzione della propria azienda per dedicarsi all’insegnamento, ma se l’insegnamento deve essere questo non possiamo che sperare che Jack torni sui suoi passi.
Bruno Contigiani
Scrittore e fondatore de L'Arte del vivere con lentezza
Società - 23 Aprile 2019
Lavorare dalle 9 di mattina alle 9 di sera non vi renderà persone di successo
Jack Ma, il fondatore di Alibaba, una delle più importanti piattaforme di commercio on line, nonché uno degli uomini più ricchi al mondo, ci ha da tempo abituato a dichiarazioni eclatanti.
L’ultima in ordine di tempo riguarda la formula 996, che non è un numero d’emergenza, bensì la definizione dell’orario di lavoro nella sua azienda che in parole povere significa: si lavora dalle 9 di mattina alle 9 di sera per sei giorni la settimana. Dodici ore tonde tonde che alla settimana ne totalizzano 72, in contrasto con la legge cinese che prevede un massimo di 40.
Ci sono tantissime persone che lavorano 12 ore al giorno, non solo in Cina, basta pensare ai piccoli esercizi a conduzione famigliare anche nel nostro paese, quindi non è tanto il numero di ore che colpisce, quanto il sostenere che questa sia la strada che conduce al successo e soprattutto l’obbligatorietà di un orario del genere.
La strada del super lavoro non è una novità: in Giappone il fenomeno del Karoshi, delle persone che lavorano fino a morirne è fortunatamente in via di sparizione, e sempre più persone in quel Paese non considerano eroi (come avveniva un tempo) quanti letteralmente si ammazzano di lavoro.
Non è certo un inno all’ozio fine a sé stesso che porta a giudicare negativamente un pensiero siffatto, si può lavorare tanto anche se si predilige la lentezza, quello che però è inaccettabile è indicare la strada del superlavoro come una prospettiva duratura. Ci sono momenti nella vita delle persone in cui si può essere costretti a stralavorare, ma questa non deve essere una condizione di normalità alla quale siamo obbligati. Una conduzione del genere non è detto poi che sia funzionale all’azienda nella quale si lavora. Le persone stanche, oberate, senza tempo per sé e e per i propri interessi non sono in grado di dare un buon contributo sia in termini di creatività sia in termini di riduzione degli errori. Anche a livello sociale, sempre tenendo come esempio il Giappone, quella cultura ha portato a un impoverimento dei rapporti umani, con scorciatoie per l’alcolismo e la dipendenza da psicofarmaci per reggere il ritmo e non ha preservato il Paese dal declino economico.
Colpisce anche il fatto che questo discorso da parte di Jack Ma sia rivolto ai giovani, come se l’intento sia quello di formare una leva di persone che vivono per il lavoro, e che trovano soddisfazione e successo solo in esso, e nella quantità di denaro che riescono ad accumulare.
Recentemente il tycoon di Alibaba, ci aveva sorpreso, tanto da esultarne, per la scelta di abbandonare la direzione della propria azienda per dedicarsi all’insegnamento, ma se l’insegnamento deve essere questo non possiamo che sperare che Jack torni sui suoi passi.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".