“Ci inquietano i richiami, troppo frequenti, ai simboli di regimi nefandi, o la fascinazione per i moderni autoritarismi. Non è tutto risolto”. Così il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha parlato in vista delle celebrazioni del 25 aprile, dopo le polemiche che si sono susseguite nei giorni scorsi, con il governo che si è spaccato anche su questo punto dopo che Matteo Salvini ha annunciato la propria assenza e quella di altri membri del Carroccio. Annuncio a cui aveva risposto l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che su Facebook aveva replicato: “Leggo che qualcuno oggi arriva persino a negare il 25 aprile, il giorno della Liberazione. Lo trovo grave”.
Trenta: “Lotteremo sempre per pace e libertà”
La titolare della Difesa ha parlato durante la cerimonia a Roma di consegna delle medaglie al valor militare conferite per la guerra di Liberazione. Nel suo discorso, Trenta ha detto che “se oggi ricordiamo, non è dunque per agitare vanamente il nostro passato, ma per confermare solennemente una promessa: quella di continuare a vivere e ad impegnarci per affermare i beni fondamentali della pace e della libertà, non solo per noi stessi e per i nostri figli ma anche per quei popoli che non possono goderne”. Una risposta, quella del ministro, a chi come il suo collega all’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, ha affermato che la festa è “monopolio dell’estrema sinistra”.
“Non sono fatti lontani quelli compresi fra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 – ha continuato – Non tutto è risolto e non tutte le conquiste, così duramente pagate, sono definitivamente al sicuro”. Il riferimento è ai sempre più frequenti richiami al fascismo, sia tra i cittadini che all’interno di alcuni movimenti politici, oltre agli episodi di antisemitismo che sono aumentati sia in Italia che in Europa. “Ci inquietano i richiami, troppo frequenti, ai simboli di regimi nefandi, o la fascinazione per i moderni autoritarismi, – ha concluso Trenta – che non possono essere confusi con forme più efficienti di democrazia, ma sono al contrario inganni per svuotare la democrazia di ogni valore e significato autentico”.
Zingaretti attacca il M5s: “L’antifascismo come la lotta alla mafia ha bisogno di coerenza”
Il dito del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, è puntato contro il Movimento 5 Stelle colpevole, a suo dire, di predicare bene sulla lotta contro il fascismo ma di razzolare male sostenendo un governo che tiene Salvini a capo del Viminale: “Senza coerenza si diventa ipocriti – ha detto – Mi sembra il caso di Di Maio che grida ‘Salvini è alleato con i nazisti’ ma poi è con i voti dei 5 Stelle che gli fa fare il ministro dell’Interno. Il Movimento ha l’ossessione del potere senza mai assumersi la responsabilità. Questo li sta logorando. Sono il principale azionista del governo, i complici di Salvini e le vittime di questo cortocircuito”.
Nell’intervista rilasciata a Repubblica, l’esponente Dem non risparmia le accuse ai due vicepremier: “Salvini e Di Maio sono i reucci delle sceneggiate: i selfie, le fidanzate, i mitra, i bagni in Sardegna, le finte litigate, gli insulti e in ultimo il balletto sul decreto crescita sono segno di un degrado che aiuta loro ma uccide le speranze degli italiani. E proprio qui c’è il grande paradosso. Hanno chiesto i voti su prima gli italiani e sono proprio i cittadini a pagare un prezzo altissimo per questa continua pagliacciata. Ma non provano un po’ di vergogna?”.
E ha annunciato che “la mozione di sfiducia che abbiamo presentato al Senato serve a smascherare l’ambiguità dei 5 stelle anche su un tema delicato come la lotta alla mafia. Una volta votata sarà più chiaro chi sta da una parte e chi sta dall’altra”.
Landini: “Il 25 aprile è anche la festa di Salvini”
Interviene nel dibattito anche il Segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che manda un messaggio a Salvini a margine di un incontro alla Camera del Lavoro di Torino. “Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani, anche di Salvini, che può girare e dire le cose che dice grazie alla Resistenza e alla Liberazione. Se non lo festeggia, fa una cosa grave contro il Paese e la sua storia”. Poi aggiunge: “Il 25 aprile dovrebbe essere anche la festa del governo perché ha giurato sulla Costituzione nata dalla lotta di liberazione”.
Segre: “Salvini? Chi fa politica deve studiare la storia”
La senatrice a vita e sopravvissuta all’Olocausto, Liliana Segre, ha voluto sottolineare l’importanza delle celebrazioni manifestando i propri dubbi per le dichiarazioni dei leader leghisti in un’intervista al Corriere: “Le dichiarazioni di Salvini sul 25 aprile? Chi fa politica non può ignorare la storia. Deve averla studiata. Con ognuna di queste dichiarazioni chi ha dato la vita muore una volta di più. Non penso solo ai partigiani, ma anche ai militari italiani, morti di stenti, malattie, in un campo di concentramento, pur di non aderire alla Repubblica Sociale”.
Poi si è soffermata sull’episodio della statua dedicata alla partigiana Giulia Lombardi bruciata domenica scorsa a Milano: “Non possiamo sempre ridurre tutto all’ignoranza – ha aggiunto – È il bisogno di odiare che muove certa gente. Appena messo piede in Senato mi sono battuta per una legge contro l’hate speech. L’odio torna a galla in contesti molto diversi. Per strada, su Internet soprattutto. In anni non lontani c’è stato chi ha proposto di abolire il 25 aprile dal calendario civile. Temo che prima o poi si arriverà a cancellarlo”.
Smuraglia: “Salvini non capisce. Non esiste nessun derby”
“Matteo Salvini? Mi sorprende che un ministro della Repubblica non capisca il senso profondo del 25 aprile. Non esiste nessun derby: l’unica contrapposizione è tra democratici che credono nella Costituzione e chi in altri valori. Salvini non capisce che la Costituzione è profondamente antifascista, non solo nella parte in cui vieta la riorganizzazione del partito di Mussolini. Il primo articolo dice che l’Italia è una repubblica democratica: la democrazia è il contrario del fascismo”, ha dichiarato Carlo Smuraglia, ex partigiano e presidente onorario dell’Anpi, in un’intervista alla Stampa. “Domani tutti dovrebbero essere in piazza a celebrare il 25 aprile. Purtroppo c’è ancora chi cerca di infangare la memoria – dice l’ex partigiano – La Resistenza è stata una battaglia per liberare il nostro Paese dal nazi-fascismo e consegnarlo alla democrazia. Solo una minoranza non festeggerà. Qualche ministro non ci sarà? Andare altrove è un segno di indifferenza. Ma ce ne faremo una ragione”.