Il principale punto di scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle nel consiglio dei ministri di martedì sera è stata, come annunciato, la norma Salva Roma che è stata solo “parzialmente approvata”. Ma tra le altre misure approvate spiccano i rimborsi per i risparmiatori truffati dalle banche (con il raddoppio del patrimonio mobiliare massimo sotto il quale scattano gli indennizzi automatici), il via libera al possibile ingresso del Tesoro nel capitale della Nuova Alitalia, la reintroduzione del superammortamento al 130% per le imprese sui beni strumentali e l’addio alla mini-Ires introdotta solo pochi mesi fa dalla legge di Bilancio, sostituita da un graduale taglio dell’aliquota sugli utili reinvestiti. Arriva poi la rottamazione di multe e tasse locali, al netto delle sanzioni, anche per gli enti locali che non si affidano più alla ex Equitalia per la riscossione. E viene prorogato al 2020 il termine previsto per la trasformazione in Spa delle banche popolari, rispetto alla precedente scadenza di fine 2019.
Truffati dalle banche, sale a 200mila euro (Ue permettendo) il tetto al patrimonio mobiliare
Il cdm ha varato l’attesa norma che sblocca i rimborsi ai risparmiatori con il meccanismo a “doppio binario” approvato dalla maggior parte delle associazioni che rappresentano i “truffati” dalle banche. Lo schema messo a punto dal Tesoro, che ha ottenuto il via libera della Ue, prevede che a ricevere indennizzi forfettari e automatici saranno tutti coloro che hanno avuto un reddito imponibile 2018 fino a 35mila euro e un patrimonio mobiliare (depositi e titoli) sino a 100mila euro, esclusi i titoli azzerati. Il ristoro sarà del 30% dei soldi investiti per gli azionisti e del 95% per gli obbligazionisti, fino a un massimo di 100mila euro. Martedì sera fonti 5 Stelle avevano fatto sapere che il tetto era stato raddoppiato, portandolo a 200mila euro. Ma il Tesoro ha precisato oggi che “l’aumento da 100.000 a 200.000 euro, subordinatamente all’approvazione della Commissione europea, non concerne in nessun modo il rimborso ma esclusivamente la soglia di patrimonio mobiliare che consente di beneficiare degli indennizzi automatici”. Resta invariata la previsione che chi sfora il tetto massimo stabilito dovrà ricorrere a un arbitrato semplificato che prevede una “tipizzazione delle violazioni massive“: si verrà ascoltati da una commissione indipendente di nove esperti, con un canale privilegiato per il riottenimento del denaro.
Alitalia, Mef potrà entrare nel capitale della compagnia
La nuova norma su Alitalia cancella il termine per la restituzione del prestito ponte di 900 milioni che è stata sempre rinviata di sei mesi in sei mesi e, spiega il Tesoro, “predispone le norme per consentire l’eventuale ingresso del Ministero dell’Economia e delle Finanze nel capitale sociale”. Per l’ennesimo salvataggio della compagnia accanto al coinvolgimento di Ferrovie dello Stato si continua a ipotizzare anche un possibile ruolo di Atlantia del gruppo Benetton, nonostante i pessimi rapporti con il M5s dopo il crollo del Ponte Morandi. Da parte dei pentastellati ci sarebbe stata una prima apertura, anche perché, in vista delle elezioni europee, il bubbone Alitalia e dei suoi 11mila posti di lavoro rischia di rappresentare una bomba a orologeria.
Fisco, torna il superammortamento al 130%. Sparisce mini-Ires
Il pacchetto per le imprese inserito nel decreto, insieme allo Sblocca cantieri, stando al Def dovrebbe spingere la crescita di uno 0,1%. Il Tesoro parla di “uno stanziamento complessivo di circa 1,9 miliardi di euro nel 2019-2021, di cui un miliardo nel solo 2019 e 450 milioni annui nel biennio 2020-2021”. Nel primo anno 500 milioni vanno ai fondi per i comuni per interventi di efficientamento energetico e lo sviluppo territoriale sostenibile, 150 milioni al fondo di garanzia per la media industria, 100 milioni al fondo di garanzia per la prima casa e altri 100 milioni per il progetto “smart and start” che finanzia nuove imprese nel settore digitale a tasso zero.
Sul fronte fiscale, tornerà il superammortamento al 130% sui beni strumentali. La maggiorazione del 30% del costo di acquisto dei beni strumentali all’attività d’impresa sarà prorogata dal 1 aprile al 31 dicembre. Esclusi dall’agevolazione saranno gli acquisti di veicoli non strumentali all’impresa.
Si dirà inoltre addio alla mini-Ires introdotta dalla legge di Bilancio, cioè il taglio di 9 punti (dal 24 al 15%) dell’aliquota sugli utili reinvestiti solo in modo incrementale in assunzioni o beni strumentali. Viene sostituita da un graduale taglio dell’aliquota sugli utili reinvestiti: si passerà quindi dal 24% al 22,5% quest’anno, al 21,5% nel 2020, al 20,5% nel 2021 e al 20% a regime dal 2022.
Salirà progressivamente la deducibilità dall’Ires e dall’Irpef dell’Imu sui capannoni, fino al 70%, diversamente da quanto previsto inizialmente (fino all’80% al 2022). Questo aumento graduale prevede che l’attuale aliquota del 40%, già raddoppiata dal governo Conte in sede di Bilancio, arrivi fino al 50% nel 2019, per poi salire al 60% nel 2020 e 2021 e raggiungere il 70% nel 2022.
Sul documento, poi, si è lavorato per introdurre o prorogare gli incentivi in vari campi. Verranno prolungati quelli per ricerca e sviluppo e rientro dei cervelli. Saranno semplificate le procedure per accedere ai benefici fiscali previsti dal patent box, la tassazione agevolata sui redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali come marchi e brevetti. I contribuenti potranno scegliere di calcolare e indicare il beneficio direttamente nella dichiarazione dei redditi. Per quanto riguarda, invece, gli incentivi sul rientro dei cervelli all’estero, vengono estesi i benefici previsti per i cosiddetti rimpatriati e ricercatori e docenti che trasferiscono la residenza in Italia a partire dall’anno di imposta 2020. Per i primi un aumento dal 50% al 70% della riduzione dell’imponibile e maggiori agevolazioni fiscali per ulteriori 5 anni in caso di acquisto di un’abitazione o di trasferimento in una regione del Mezzogiorno. Per ricercatori e docenti il regime di favore fiscale sale da 4 a 6 anni, con la possibilità di estenderlo fino a 13 anni in presenza di determinate condizioni. Vengono stanziati complessivamente 9,9 milioni per il triennio 2020-22.
Ci sono poi gli incentivi previsti per il sud. Tra le norme approvate e annunciate già nella nottata, figura anche quella presentata dal ministro per il Sud, Barbara Lezzi, che prevede un finanziamento, attraverso il Fondo sviluppo e Coesione, per le Zone economiche speciali (Zes) con ulteriori 300 milioni per gli anni 2019 (50 milioni), 2020 (150 milioni) e 2021 (100 milioni).
Incentivi sono previsti anche per progetti di ricerca e sviluppo nel settore dell’economia circolare, con spese ammissibili tra i 500mila e i 2 milioni di euro, e per progetti di trasformazione digitale legati alle tecnologie 4.0 nel settore manufatturiero e dedicati a piccole e medie imprese.
Infine, si assisterà al rafforzamento di ecobonus e sismabonus, esteso alle zone sismiche 2-3, non solo alla zona 1. E chi ha diritto alle detrazioni potrà cedere lo sconto all’azienda che effettua gli interventi. Ridimensionato, rispetto alle bozze, il pacchetto per il made in Italy voluto da Luigi Di Maio. Secondo il Sole 24 Ore salta il contrassegno statale “made in Italy” per tutelare i prodotti italiani esportati. Resta il registro dei marchi storici ma l’iscrizione sarà volontaria e non d’ufficio da parte del Mise.