LA CADUTA DELL’IMPERO AMERICANO - 4/4
di Denys Arcand. Con Alexandre Landry, Maripier Morin, Rémy Girard Canada 2018. Durata: 129’. Voto: 3/5 (AMP)
La felicità può associarsi a un aspirapolvere? Certo che no per Pier-Paul, PhD in filosofia eppure semplice fattorino e volontario alla mensa dei poveri di Montreal. Assistere casualmente a una rapina fallita, con il bottino milionario a portata di borsoni abbandonati e senza testimoni, può diventare la svolta della vita. Goffamente ma con l’antica sapienza appresa sui libri, il giovane si adopera a far della fortuna quell’aristotelico “legame alla felicità” in cui crede fortemente; ad aiutarlo sono un ex galeotto ora economista e una bellissima escort dall’altisonante soprannome di Aspasìa. Chiusura della trilogia satirica contro il capitalismo dopo Il declino dell’impero americano (1986) e l’osannato Le invasioni barbariche (2003), La caduta dell’impero americanopunta il dito contro le aberrazioni della finanza contemporanea attraverso un gangster movie dai toni di commedia. Il punto di vista del bravo, colto e bel ragazzo canadese aiuta a definire la geografia umana circostante: un gruppo di personaggi più in cerca di dollaro (USA e non canadese, si badi bene..) che d’autore, tra il folle e il depresso che ben sintetizzano le categorie di appartenenza, “luoghi” del potere temporale fra giustizia (polizia), ricchezza (il finanziere e l’economista/ex galeotto) e piacere (la escort). L’acume di Arcand non manca di sparigliare le carte, puntellare aforismi ad hoc (“non sono un avvocato ma un criminale, sono onesto”) e mescolare ricchi & poveri davanti a una zuppa della mensa perché così va il mondo, ieri oggi e domani. Un’illuminata e luminosa tragicommedia di scrittura e cast perfetti sul dio denaro che, fra l’altro, ci svelerà segreti e bugie degli investimenti offshore.