La mia domanda è stata accettata. Mi è arrivato l’sms dell’Inps con tanto di notina musicale inclusa. Adesso capisco l’entusiasmo ma la nota in mezzo al numero della domanda mi pare un po’ troppo: la colpa comunque non è dell’Inps ma del mio telefono che ha deciso di festeggiare insieme a me trasformando una parte del codice in emoticon. Nonostante il problema tecnico di traduzione di codici, la cosa mi ha fatto molto ridere: mi immaginavo i burocrati dell’Inps lì a personalizzare i messaggi con i cuoricini, la faccine sorridenti, o le lacrimucce nel caso in cui debbano comunicare che “la sua domanda purtroppo è stata respinta”.
Dopo l’sms è arrivata una mail identica (il pc è meno giocherellone e mi ha lasciato il codice intatto). Il giorno successivo è arrivata una seconda mail. Questa seconda mail non arriva più dall’Inps ma direttamente dalla posta dedicata che ha come mittente “Reddito di Cittadinanza”. Non ufficio per o qualcosa del genere, proprio Reddito di Cittadinanza come se fosse una persona in carne ed ossa: il Sig. Reddito di Cittadinanza mi comunica che dal 9 maggio potrò andare in posta con il codice che mi ha mandato e un documento d’identità a ritirare la famosa tessera.
A quanto pare il Sig. Reddito ti scrive solo in caso di esito positivo: la domanda di Erika non è stata accolta ma non le è arrivata nessuna mail e nessun sms e l’ha scoperta da sola entrando nel portale dell’Inps e controllando lo stato di avanzamento della richiesta; mi ha chiamato e abbiamo cercato di capire perché ma, conoscendo lei e considerando che il suo Isee è sotto la soglia e ha compilato la domanda online, magari ha fatto qualche casino con i moduli e si è dimenticata di allegare qualcosa. Sul sito c’è solo l’esito della domanda, in questo caso rifiutata, ma non c’è altra informazione a riguardo sul perché, neanche se il rifiuto è dovuto a motivi formali (si è scordata di compilare o allegare qualcosa) o sostanziali (non ha diritto al Rdc e basta). Alla fine è venuto fuori che la colpa è del commercialista che ha fatto l’Isee e ha comunicato in ritardo una variazione, ma questo significa che è tutto da rifare daccapo.
Quindi siamo rimasti io, Lisa, Nando e Marco che finalmente è riuscito a fare la domanda nel suo Caf di Torpignattara; anche a loro ancora non è arrivata nessuna comunicazione; dopo aver sentito Erika li ho chiamati e ho detto loro di controllare sul sito di Inps. In questi giorni un po’ di casino si è scatenato anche sui social di Inps e altrove perché molti si aspettavano di ricevere 780€ e invece hanno scoperto che riceveranno una quota inferiore: in realtà il reddito di cittadinanza va a integrare i redditi che già hai, quindi l’Inps si fa carico della differenza tra quelli e la soglia dei 780, quindi se, ad esempio, ne guadagni mediamente 400, l’Inps si fa carico la differenza di 380; a me questa cosa sembrava chiarissima dall’inizio e l’avevo ben presente nel momento della compilazione della domanda: l’Inps non ti regala ottocento euro in maniera indiscriminata, semplicemente ti aiuta a raggiungere quella soglia nell’attesa che tu torni a guadagnare un po’ di più. Sono entrata nel portale per controllare e nel mio caso, ad esempio, il contributo mensile sarà di 426,24 euro.
Ora il meccanismo più strano e perverso secondo me è che in pratica questi soldi “dovrò” spenderli tutti: infatti se nell’arco del mese non spendi tutti i soldi, il mese successivo il tuo contributo viene ridotto in percentuale. Se ad esempio non hai speso 100 euro, il mese successivo ti danno 20 euro di meno. Quello che ancora non ho capito è se dopo la riduzione il contributo risale e torna a essere quello di prima o resta decurtato sempre di venti euro tutti i mesi. Non che una con il contributo voglia mettersi i soldi da parte (mettere soldi da parte è un’utopia), ma magari uno può decidere di provare a risparmiare cento euro per due mesi per andare dal dentista, o per i famosi occhiali nuovi e non è che proprio tutti accettano i pagamenti a rate; ancora più banalmente, non tutte le bollette sono mensili. Vero è che io sono “fortunata” e ho i miei 353,76 euro teorici di differenza che posso gestire come voglio e mi permettono un minimo di calibrare le spese di mese in mese, ma chi magari è messo peggio di me davvero non ha la possibilità di gestire con un minimo di autonomia la cifra che riceve mensilmente.
Ora il passaggio successivo è capire come funzionano i moduli Rdc-Com eccetera: la cosa intuitiva è che se ti assumono devi comunicarlo all’Inps e ti viene scalato dal contributo quello che guadagni. Questo è chiaro per i lavori in cui vieni assunto, per qualche anno o qualche mese o a tempo indeterminato ma è un po’ meno intuitivo nel caso di lavori spot, che sono quelli che mi capitano di solito, quindi direi che da qui al 9 maggio cerco di capire come funzionano questi modelli; dai che forse il mese prossimo riesco davvero a cambiare gli occhiali.