È successo a Borbona, comune da 700 abitanti che sorge nelle aree terremotate del centro Italia, vicino ad Amatrice. "I genitori volevano mandare i bambini in una scuola antisismica, in un paese vicino - spiega il primo cittadino -, così c'era bisogno di un nuovo conducente. Se dall'alto non ci aiutano, dobbiamo essere noi a risolvere i problemi, anche con dei sacrifici necessari"
Servono i soldi per assumere l’autista dello scuolabus, così sindaco e giunta rinunciano all’indennità per trovare una soluzione al problema. Accade a Borbona, 700 abitanti, in provincia di Rieti. Siamo nel cratere del terremoto a due passi da Amatrice, in una realtà dove mantenere i servizi è una priorità per le amministrazioni comunali. Lo sa bene la prima cittadina Maria Antonietta Di Gaspare che in Comune ha passato una vita, prima come consigliere comunale, poi come assessore e ora da sindaco.
Lei un lavoro ce l’ha: è un appuntato scelto dei Carabinieri della forestale. Non ha bisogno dello stipendio da amministratore e così, quando si presenta il problema di trovare delle risorse nel bilancio comunale per poter assumere un autista, non ha alcun dubbio sulla scelta da fare. È la prima a dare il buon esempio, seguita da tutti gli assessori e consiglieri. “I nostri bambini, non essendoci una scuola a Borbona, vanno a lezione ad Atrodoco. All’indomani del sisma, i genitori – spiega Di Gaspare – hanno preteso di mandare i figli in una scuola sicura, ma il primo edificio a norma antisismica si trova a venti chilometri dalla nostra comunità, a Montereale. Così ci siamo ritrovati di fronte ad un gruppo di bambini che ha proseguito le lezioni ad Antrodoco e un altro, quelli di prima e seconda, che ha scelto di andare a Montereale. Una scelta che ha comportato l’esigenza di avere un altro autista e un altro mezzo per garantire il servizio”.
A quest’ultima necessità ha provveduto la squadra di calcio locale, prestando al Comune il pulmino per le trasferte della domenica. Restava il problema dell’autista. A bilancio non c’erano i soldi necessari. La soluzione è arrivata dal sindaco: rinunciare allo stipendio. Una scelta condivisa con i suoi assessori e consiglieri. Tutti hanno rinunciato al gettone di presenza ai consigli comunali in modo da trovare le risorse necessarie per l’assunzione di un autista part-time. “È nata così – spiega il sindaco – una sorta di associazione di solidarietà. Da noi i servizi sono essenziali per evitare lo spopolamento. Bisogna dare delle garanzie ai cittadini. In questo momento dobbiamo trovare degli stimoli per far restare la gente nel territorio e la scuola è una priorità”.
Grazie alla rinuncia alle indennità sono stati trovati circa 10 mila euro che sono serviti all’assunzione dell’autista e ora, ogni mattina, partono dalla piazza di Borbona ben due pulmini: uno diretto ad Antrodoco dove le classi di terza, quarta e quinta della primaria proseguono il loro percorso e un altro con a bordo i bambini di prima e seconda diretti a Montereale. “È una scelta – spiega la prima cittadina – che ho fatto con il cuore perché credo che un sindaco debba tenere unita la comunità e pensare alle nuove generazioni. Dove non arrivano la Regione e lo Stato dobbiamo pensarci noi che siamo in trincea e abbiamo il contatto quotidiano con le problematiche. Se dall’alto non ci aiutano, dobbiamo essere noi a risolvere i problemi, anche con dei sacrifici necessari”.