È la previsione dell'assessore al Bilancio di Roma, Gianni Lemmetti, affidata a Il Messaggero, in caso di mancate modifiche in Parlamento: "Questa è la riprova di quanto l’iniziale norma proposta fosse sana". Di Maio: "Per difendere un indagato per corruzione, si è colpita una città". Apertura del Pd: "Il gioco al massacro è abbastanza indecente. L’accollo del debito lo fece la Lega nel 2010 per aiutare il sindaco Alemanno. Faremo nostra parte"
“Dal 2021 il bilancio di Roma inizierà a scricchiolare, poi ci sarà il crollo. Se non ci sarà un intervento in Parlamento al decreto Crescita e in particolare alla norma Salva Roma, lo Stato fra tre anni dovrà sopportare il buco della gestione commissariale”. È la previsione dell’assessore al Bilancio di Roma, Gianni Lemmetti, affidata a Il Messaggero. “Questa è la riprova di quanto l’iniziale norma proposta fosse sana”, aggiunge il braccio destro di Virginia Raggi auspicando che le Camere possano sanare l’approvazione parziale del Salva Roma dell’ultimo Consiglio dei ministri a causa dell’opposizione della Lega.
Una mossa che Luigi Di Maio, in un’intervista al Corriere della Sera, definisce “un film montato” su un provvedimento “a costo zero”. La motivazione, secondo il leader del Movimento Cinque Stelle, è da ricondurre al caso Siri: “Per difendere un indagato per corruzione, si è colpita una città. Lo trovo paradossale”. Ora quindi la palla passa al Parlamento, dove – assicura Nicola Zingaretti – il Pd “farà la sua parte”. Il governatore del Lazio e segretario dem spiega che Roma “in quanto Capitale, viene prima di tutto”. Per questo il Pd si farà “sentire, con la voce della logica e della competenza”.
Zingaretti spiega che il partito valuterà in aula se ci sono margini per migliorare il Salva Roma. Una mossa che non significa, precisa, voler imbastire un dialogo con il Movimento 5 Stelle.
“Il gioco al massacro sui provvedimenti su Roma è abbastanza indecente. Non c’è nessun favore a Roma. L’accollo del debito lo fece la Lega nel 2010 per aiutare il sindaco Alemanno”, ricorda Zingaretti. “Oggi nessuno nasconde la necessità di una svolta nella capacità di governo della Capitale, simile per altro alla necessità di una svolta al governo nazionale. Ma è evidente – sottolinea – che nell’atteggiamento della Lega pesa un interesse di partito che piega ai propri interessi ormai tutto ciò che si fa. La demagogia dilagante provoca questi effetti”.
A proposito del percorso parlamentare che attende la norma sostanzialmente stralciata dal dl Crescita, giovedì era stato il presidente della Camera, Roberto Fico, a intervenire: “Roma è la capitale d’Italia, ha un territorio esteso e una manovra sul debito è auspicabile. Poi, se alcune questioni possono essere estese ad altri Comuni, bene ma non mi sembra ci sia niente di strano ed atipico nell’aiutare Roma in modo corposo anche perché tanti Comuni hanno già avuto comunque degli aiuti”.
Il Parlamento, ha aggiunto, “chiaramente dibatterà di questi temi, è sovrano e deciderà che tipo di modifiche fare alle leggi che arrivano dal governo. Il punto è: i Comuni sono tutti importanti e fondamentali perché i sindaci e i Consigli comunali sono coloro che sono davvero in trincea e più dai una mano ai Comuni più dai una mano immediata ai cittadini con i servizi”. Fico ricorda “i patti per le varie città. A giugno qui cadrà la Vela di Scampia che arriva dal patto per Napoli, i finanziamenti sono già stati stanziati. I Comuni vanno aiutati ma è bene che venga aiutata la Capitale d’Italia, al di là dei governi e al di là dei colori”.