“Armando Siri? Non so se Conte abbia i poteri per mandare via un sottosegretario. Se venisse fatto un decreto per rimuovere Siri senza ascoltare uno dei due contraenti di questo benedetto contratto di governo, questa cosa sarebbe molto grave“. Così, ai microfoni di 24 Mattino (Radio24), Gian Marco Centinaio, ministro leghista per le Politiche Agricole e del Turismo, risponde a una domanda di Oscar Giannino circa i poteri del presidente del Consiglio sulle dimissioni forzate del sottosegretario Siri.
E aggiunge: “In quel caso verrebbe decisamente meno il contratto di governo. Nel momento in cui si mandasse a casa un sottosegretario senza l’avallo della forza politica che lo ha messo, verrebbe meno l’accordo e quindi la fiducia nei confronti di un presidente del Consiglio che non ha interpellato uno dei due contraenti. Che poi sono quelli che lo hanno messo lì. Ricordiamo a tutti che il presidente del Consiglio non arriva da Marte, ma è stato scelto da Lega e M5s o da M5s e Lega, a seconda di come la vogliamo intepretare – continua – Il presidente Conte sa benissimo come stanno le cose perché è anche un giurista. E in questo anno di governo ha capito che noi della Lega siamo un alleato fedele ma non stupido. Di conseguenza, penso che Conte, prima di prendere una decisione del genere, dovrebbe almeno sentire il segretario della Lega, cioè Matteo Salvini“.
Stoccata anche all’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che oggi, in una intervista a La Stampa, critica duramente il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti per la vicenda Siri-Arata: “Le sue affermazioni sono un po’ fuori luogo e senza logica, visto che conosco Giorgetti e so che, quando prende qualcuno nel suo staff, non lo fa perché gli viene imposto da qualcuno o richiesto da qualcun altro.