Quella commemorazione fascista non doveva tenersi. Nessun omaggio al Duce e al ras cremonese Roberto Farinacci. Il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, nei giorni scorsi, era stato chiaro. E aveva emesso un’ordinanza: vietate le celebrazioni per Benito Mussolini e i morti della Repubblica di Salò. Ed invece, in mattinata al civico cimitero, il comitato onoranze cremonesi della Repubblica sociale italiana ha tenuto l’annuale cerimonia, saluti romani compresi. Che, peraltro, nei giorni corsi era stata annunciata: “E’ un abuso di potere del sindaco – le parole di Gian Alberto d’Angelo, portavoce del comitato -. Il sindaco può vietare commemorazioni private e pubbliche solo per motivi di ordine pubblico che qui non ci sono. Ci saremo con le nostre bandiere”. Così è stato.
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In questo clima, poche ore prima della commemorazione e due giorni dopo la festa del 25 aprile, sulla facciata della sezione locale dell’Anpi è apparso un cartello con la scritta “sede delle zecche” e una croce celtica. Una frase che ha provocato la reazione del Partito Democratico che ha espresso solidarietà all’associazione dei partigiani sottolineando la codardia di un gesto commesso nella notte “a conferma – ha scritto il segretario provinciale Vittore Soldo – che chi mette in atto queste azioni non ha il coraggio di farlo alla luce del sole. Siamo fiduciosi che le forze dell’ordine sapranno indagare su un gesto così stupido e vile”.
Forze dell’ordine presenti anche al cimitero durante le celebrazioni officiate da don Floriano Abrahamowicz, prete austriaco residente a Treviso noto per aver messo in dubbio il genocidio di 6 milioni di ebrei. Inni, canti e la messa in latino. “Commemorare i caduti della Rsi è una grande consolazione. Ed è legittimo pregare e onorare questi italiani. Preghiamo per le loro anime e anche per noi”. Tra i nostalgici, anche una delegazione proveniente dalla Francia. Al termine della liturgia, don Floriano ha impartito la benedizione e intonato il Regina Coeli. Quindi il saluto a tutti i camerati accompagnato dall’inno “Battaglioni Mussolini“. Raggiunta la tomba di Farinacci, la commemorazione è terminata sulle note di Giovinezza.