Aumentano i morti sul lavoro, soprattutto quando si utilizzano mezzi di trasporto. E in testa alla triste classifica degli infortuni mortali ci sono soprattutto province del Sud: Crotone, Isernia, Campobasso. Il primato per malattie cancerogene imputabili al lavoro, invece, è di Taranto, (il 70 per cento dei tumori denunciati è correlato al settore metalmeccanico) seguita da Torino, Napoli e Milano. Sono i dati di un’indagine dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro sulla base delle statistiche Inail del 2018, svolta in occasione della Giornata mondiale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro del 28 aprile, promossa dall’International Labour Organization.

In generale durante lo scorso anno circa 641mila lavoratori hanno subito un incidente sul lavoro, il 15 per cento dei quali durante il tragitto casa-lavoro. Gli incidenti sono saliti dello 0,9 per cento ma l’aumento degli occupati rende l’incidenza degli infortuni pari a quella del 2017. L’aumento più significativo è quello che riguarda gli incidenti con esito mortale (+10,1 per cento nel 2018), soprattutto quando si utilizzano mezzi di trasporto.

I decessi registrati dall’Inail nel 2018 sono 1.133 (786 in occasione di lavoro), per cui ogni mille eventi di infortunio, 1,8 hanno comportato la morte del lavoratore. Il rischio di morte coinvolge soprattutto uomini over 54, con una percentuale in crescita per quanto riguarda cittadini di origine straniera (+6,7 per cento rispetto al 2017) e giovani (+5 per cento). Su questo fronte, spiega l’indagine, “hanno inciso molto gli eventi verificatisi nell’agosto 2018, fra cui il crollo del Ponte Morandi a Genova“. Nel biennio 2017-2018 l’incidenza di infortuni mortali è massima in agricoltura, costruzioni, industria mineraria, trasporti e magazzinaggio. “Anche se l’attenzione delle imprese sul tema è cresciuta negli ultimi anni, la sicurezza sul lavoro resta una scommessa da vincere al Sud come al Nord”, ha dichiarato il presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, commentando gli esiti dell’indagine. “Il taglio del 32 per cento delle tariffe Inail, introdotto dalla legge di bilancio va nella direzione – giusta – di ridurre il cuneo fiscale sulle imprese senza andare a discapito della sicurezza. Ma a questo bisognerebbe aggiungere incentivi e misure che accrescano la prevenzione degli infortuni sul lavoro; ma anche l’ineludibile rivisitazione del Testo Unico con la semplificazione degli oneri burocratici e formali a carico delle piccole e micro aziende, fermo restando le garanzie di sicurezza unite a un adeguato quadro sanzionatorio”.

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