A Rimini le famiglie dei bambini non vaccinati da oggi rischiano una multa fino a 500 euro per ogni giorno di frequenza “fuori regola”. A prendere questa decisione è stato il Comune con un’ordinanza del sindaco Andrea Gnassi (Pd). Nel capoluogo romagnolo non si vedranno dunque vigili davanti alle scuole per rimandare a casa i bambini non vaccinati ma a chi non si mette in regola toccherà pagare una contravvenzione dai 25 ai 500 euro per ogni giorno di frequenza oltre alla segnalazione alla Procura.
Il provvedimento vale per tutte le scuole e per tutti gli studenti fino alla maggiore età. Nello stesso documento il sindaco fa sapere che non vi sarà alcun ricorso alle forze dell’ordine: “Oltreché di dubbia adeguatezza rispetto a minori che si trovano a subire le conseguenze delle scelte parentali – si legge tra l’altro nell’ordinanza – costituisce una misura eccessivamente gravosa e sproporzionata nei confronti dei minori essendo potenzialmente idonea a creare suggestioni negative nei confronti della loro psiche”.
“Rimini era fino ad un anno e mezzo fa la seconda provincia d’Italia per scopertura vaccinale – l’assessore all’Istruzione Mattia Morolli a ilfattoquotidiano.it – Un dato ancora più rilevante nel contesto dell’Emilia Romagna che fa della sanità e dell’istruzione uno dei suoi cardini valoriali e amministrativi. Noi rispondiamo a due leggi, una nazionale e una regionale, in cui si dice che si va a scuola se si è regolarmente vaccinati a meno che il bambino abbia delle situazione patologiche rilevanti. Rimini è passata in un anno nelle scuole comunali da 120 casi a venti di bambini non vaccinati. A Rimini non c’era, non c’è e non ci sarà alcun vigile o poliziotto davanti alla scuole. Abbiamo invece interessato i genitori”.
In questi mesi i vigili hanno portato casa per casa una lettera rivolta a mamme e papà. Dal 10 marzo ad oggi alcuni genitori che erano contrari ai vaccini, appena ricevuta la missiva del Comune hanno provveduto a recarsi all’Asl per prenotare la vaccinazione. “Abbiamo fatto un lavoro enorme anche con il privato – continua l’assessore – perché se non sono in regola il Comune non dà alcun finanziamento agli istituti paritari. Inoltre prima mandavamo al tribunale dei minori la segnalazione adesso, invece, la facciamo alla Procura. Rispondiamo ad una legge scritta e portata avanti dal Governo precedente e inasprita da quello attuale. L’istruzione è un diritto dopo aver posto le condizioni sanitarie di sicurezza necessarie; mi permetta un paragone: non possiamo mandare in strada delle persone che non hanno la patente”. Intanto in queste ore alcune famiglie hanno chiesto se l’ordinanza fosse vera e hanno chiesto di potersi mettere in regola. “Come vede, per qualcuno – dice Morolli – la sanità non è un tema morale ma di portafoglio”.