C’era una volta il Napoli che comprava Maradona, l’Udinese Zico, l’Inter Ronaldo. Oggi nessuno, a parte la Juventus, può più permetterselo. La differenza di forza economica nei confronti dei club esteri è evidente. Non solo per i diritti tv ma anche per gli stadi, nuovi e di proprietà all’estero, vecchi e non di proprietà in Italia. Il merchandising, molto più sviluppato in Europa che da noi, dove vendono più magliette e cappellini le curve piuttosto che i club. E anche e soprattutto per non aver saputo valorizzare la vera ricchezza del calcio: i tifosi.
Ora siamo messi male, ma il declino del calcio italiano è irreversibile? Il governo del calcio non sembra porsi il problema. Continua a fingere di essere all’avanguardia. Spaccia come grande risultato essere stati i primi a introdurre il var (a quando l’assegnazione dei rigori attraverso il televoto?). Ma continuare a mettere la testa nella sabbia ha relegato il calcio italiano a un ruolo di secondo piano nel panorama internazionale. Un Paese di grande tradizione ma ormai diventato periferia del calcio mondiale.
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