“Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per i profughi che si trovano nei centri di detenzione in Libia, la cui situazione, già molto grave, è resa ancora più pericolosa dal conflitto in corso. Faccio appello perché specialmente le donne, i bambini e i malati possano essere al più presto evacuati attraverso corridoi umanitari“. Papa Francesco è tornato a parlare della situazione nel Paese nordafricano al termine del Regina Coeli in Piazza San Pietro rivolgendo un appello alla comunità internazionale.
Sulla questione dei centri di detenzione libici, sovvenzionati dall’Ue e dall’Italia, il Papa aveva espresso chiaramente il proprio pensiero lo scorso 23 settembre. “Sto pensando a un filmato che
testimonia la situazione di alcune carceri del nord Africa costruite dai trafficanti di persone – aveva affermato Francesco nel colloquio con i gesuiti a Vilnius – Quando i governi rispediscono indietro chi era riuscito a mettersi in salvo, i trafficanti li mettono in quelle carceri, dove si praticano le torture più orribili“: “Noi oggi ci strappiamo le vesti per quello che hanno fatto i comunisti, i nazisti e i fascisti… ma oggi? Non accade anche oggi? Certo, lo si fa con guanti bianchi e di seta!”.