Il vicepremier M5s aveva già smentito più volte pubblicamente di essere a favore del progetto e ora torna all'attacco. Ma il leader leghista gli replica a stretto giro: "I Cinque Stelle si mettano d’accordo con sé stessi"
“Questa storia delle Province mi sembra assurda. Io altre 2500 poltrone in più dove i partiti possono piazzare i loro amici non le voglio”. Luigi Di Maio ribadisce ancora una volta la contrarietà sua e del Movimento 5 stelle alla proposta di ripristinare le Province contenuta nelle Linee guida per la riforma degli enti locali, discusse negli ultimi giorni dal tavolo tecnico-politico in conferenza Stato-Città. Il vicepremier aveva già smentito più volte pubblicamente di essere a favore del progetto e ora torna all’attacco con un lungo post su Facebook. “Nel progetto complessivo di governo non ha proprio senso aprire 2500 poltrone nuove, peraltro pagate con i soldi degli italiani. È una cosa che non permetteremo. Non mi va giù. Trovo inutile anche discuterne. Quelle 2500 poltrone in più con il MoVimento 5 Stelle non passano. No ad altri serbatoi clientelari, no ad altra burocrazia”, ha incalzato Di Maio, che però poi ha rassicurato sulla tenuta dell’alleanza con la Lega e Matteo Salvini, sostenitore del progetto: “Al governo siamo in due, le cose si fanno in due e sono sicuro che riusciremo a trovare un punto di incontro”.
Proprio questa mattina infatti, dalle pagine del quotidiano La Stampa, il vicepremier leghista si era schierato in difesa del loro ripristino: “Adesso le Province non sono né carne né pesce – ha spiegato Salvini -. Ci sono presidenti, dipendenti e amministratori, ma non ci sono soldi e poteri. Il risultato è che le strade e le scuole restano senza manutenzione. Le cose o si fanno bene o non si fanno. E io sono convinto che si debbano fare”. Immediata la replica del leader M5s: “Ci sono territori abbandonati? È vero, purtroppo, ma non si aiutano certo rimettendo in piedi un vecchio carrozzone e tirando fuori dal cilindro altri assessori, altri consiglieri, altri presidenti – gli ha risposto Di Maio -. Ma per favore, non prendiamoci in giro”.
Ma il botta e risposta non si ferma qui: “Se Luigi Di Maio mi spiega chi sistema le scuole e le strade andiamo d’amore e d’accordo. Poi i Cinque Stelle si mettano d’accordo con sé stessi, perché altri viceministri dei 5 Stelle stanno lavorando per dare forza alle province“, ha incalzato ancora Salvini al suo arrivo a Palazzolo Milanese, frazione di Paderno Dugnano (Milano), per un comizio a sostegno del candidato sindaco Gianluca Bogani. Quella sulle province “è un’ennesima situazione in cui i 5 Stelle devono decidere tra sì no e forse”, ha aggiunto Salvini.