Capitoli

  1. Spagna, dietro la crescita record ci sono esplosione del debito e salari bassi che aumentano la competitività
  2. La bolla immobiliare e l'effetto domino sulle banche
  3. Il prezzo pagato dagli spagnoli: licenziamenti facili e taglio delle pensioni
  4. Disoccupazione dimezzata ma salari più bassi: così vola l'export
  5. La manovra anti austerity bocciata dal Parlamento
Economia

Spagna, dietro la crescita record ci sono esplosione del debito e salari bassi che aumentano la competitività

Il Paese è primo nell'Eurozona per progresso del pil e l'export pesa per il 33%, 8 punti in più rispetto al 2007. La crisi iniziata con lo scoppio della bolla immobiliare ha travolto il sistema bancario, salvato con soldi pubblici. Poi sono arrivate le riforme nel segno dell'austerity. A sopportare la fatica del risanamento sono stati lavoratori e contribuenti. La manovra di Sànchez avrebbe innalzato salario minimo e pensioni: il Parlamento l'ha bocciata

La Spagna che si è presentata alle elezioni di oggi è un Paese economicamente in buona salute. Ma sono evidenti le cicatrici delle ferite, gravi, inferte dalla lunga crisi iniziata nel 2008 e finita, a tutti gli effetti, soltanto nel 2017. Bassa produttività, bassi stipendi, povertà diffusa e disoccupazione elevata e volatile, oltre alle diseguaglianze crescenti, restano problemi irrisolti. La ritrovata competitività del paese è stata per ora rilanciata principalmente mantenendo compressi i salari nonostante la ripresa dell’occupazione. A sopportare la fatica del risanamento sono stati, insomma lavoratori e contribuenti che hanno dovuto accettare riforme del mercato del lavoro e sobbarcarsi buona parte dei costi del salvataggio del sistema bancario.

Certo, i risultati si vedono. Nell’ultima parte del 2018 la Spagna è stata il paese che ha più contribuito alla crescita dell’area euro e nell’intero anno il Prodotto interno lordo è aumentato del 2,4%. E mentre quest’anno l’Italia beccheggia intorno allo 0%, le stime spagnole indicano un’ulteriore crescita di oltre il 2%. Frustrante anche il confronto in termini di spread, ossia il differenziale di rendimento rispetto a un titolo di stato decennale tedesco, usato come termine di paragone poiché (quasi) a rischio zero. Quello spagnolo è intorno ai 100 punti, quello italiano intorno ai 250. In pratica per vendere un titolo decennale sul mercato dobbiamo offrire l’1,5% in più di interessi rispetto a Madrid.