E dire che di posizioni radicali, proprio dopo la sentenza di secondo grado, ce ne sono state eccome. A iniziare da quella del sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, il quale ha detto di provare “un senso di vergogna nell’indossare la fascia tricolore” in rappresentanza di uno Stato che “non tutela i cittadini e che lascia impuniti gli assassini di Marco”. La stessa ministra della Difesa Elisabetta Trenta, pur senza “entrare nei meriti della sentenza giudiziaria” si è rivolta ai genitori di Marco (“comprendo la vostra rabbia”), assicurando il suo impegno “fin quando sarò io a guidare il ministero della Difesa, affinché al signor Ciontoli non sia concesso il reintegro in forza armata”. Più esplicito Matteo Salvini: “Una vergogna. Sono d’accordo con i parenti di Marco”. Dichiarazioni forti forse dovute, secondo la famiglia Ciontoli, a un accanimento mediatico.

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