Appello di Dario Vassallo su Facebook: "Non votate chi non ha visto, non ha sentito e non ha parlato delle denunce fatte dal sindaco pescatore". Il riferimento è al candidato sindaco democratico, noto per la questione delle fritture di pesce evocate da Vincenzo De Luca prima del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016: Alfieri era assessore provinciale e finì indagato in una delle inchieste scaturite dagli esposti del primo cittadino ucciso nel 2010
“Non votate chi non ha visto, non ha sentito e non ha parlato delle denunce fatte dal sindaco pescatore”. A lanciare su Facebook l’appello agli elettori di Capaccio-Paestum (Salerno) è Dario Vassallo, fratello di Angelo, l’ex primo cittadino di Pollica ucciso in un agguato il 5 settembre 2010. Il fratello invita i cittadini a non votare alle imminenti elezioni comunali il candidato sindaco del Pd Franco Alfieri, alla guida di una coalizione di otto liste e attualmente capo segreteria del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca e consigliere del governatore per l’Agricoltura, la Caccia, le Foreste e la Pesca.
L’UOMO DELLE FRITTURE – E fu proprio De Luca a renderlo noto, anche fuori i confini regionali, per le parole che gli rivolse a novembre 2016, nel corso di un incontro all’hotel Ramada di Napoli, in piena campagna elettorale per il Sì al referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi. Il Fatto Quotidiano pubblicò l’audio dell’incontro: “Franco, vedi tu come Madonna devi fare – gli disse – offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso”. Franco Alfieri, nell’amministrazione pubblica da più di trent’anni, è stato sindaco di Torchiara, suo paese d’origine, negli anni Ottanta, ma anche di Agropoli per due mandati, dal 2007 al 2017 e assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Salerno.
LE ACCUSE DEL FRATELLO DEL SINDACO PESCATORE – Nel suo post su Facebook Dario Vassallo fa riferimento proprio agli anni in cui, nonostante le cariche ricoperte, Franco Alfieri (tra gli altri) avrebbe ignorato le ripetute denunce del fratello Angelo che portarono all’apertura di due diverse inchieste e ai relativi processi “Strade fantasma” e “Due Torri bis”. Tra i 77 indagati in quest’ultimo provvedimento, anche Franco Alfieri. Era assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Salerno per il Pd, lo stesso partito dell’ex sindaco di Pollica ucciso, quando Vassallo segnalò alla giunta provinciale anomalie nei lavori per la strada Casalvelino-Celso. Rimase inascoltato, fino a quando in Provincia non cambiarono i vertici e scattarono le denunce alla magistratura. Una dozzina le strade della provincia di Salerno finite nell’inchiesta, pagate e mai ultimate. Rinviato a giudizio per corruzione, Franco Alfieri è stato poi prosciolto per intervenuta prescrizione. “Tra i pochi, pochissimi, forse gli unici, a costituirsi parte civile – ricorda Dario Vassallo – fu la Fondazione Angelo Vassallo. È certo che non si costituì parte civile il Partito Democratico campano. Noi non dimentichiamo nulla, perché se lo facessimo diventeremmo complici”.
PER LA MORTE DI VASSALLO ANCORA NESSUN COLPEVOLE – Il corpo di Angelo Vassallo, crivellato di colpi, venne ritrovato all’interno della propria auto, a poche decine di metri dalla sua abitazione. Proprio di recente sono emersi nuovi particolari sul delitto dell’ex sindaco pescatore grazie ai documenti delle perizie autoptiche e balistiche. A iniziare dai nove colpi, e non sette, che avrebbero raggiunto la vittima e dalla plausibile ipotesi che si sia sparato da più armi. Elementi che aggiungono dubbi sulla ricostruzione di quel giorno e sulla dinamica di un delitto che, a nove anni di distanza, resta senza colpevoli.