A poco più di una settimana dalla chiusura delle indagini sul caso della morte di Serena Mollicone, uccisa l’1 giugno 2001 ad Arce (Frosinone), emerge un altro particolare sulla difficile inchiesta. Secondo quanto riporta Il Messaggero alcuni organi e altri reperti prelevati nel corso della prima autopsia sulla salma della ragazzina sarebbero spariti. Una circostanza – secondo il quotidiano romano – rilevata dalla perizia di cui è stata incaricata Cristina Cattaneo, l’anatomopatologa considerata luminare della medicina legale.
La procura di Cassino ha l’avviso di chiusura inchiesta per cinque indagati, ovvero tutti i membri della famiglia di Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri del paese in provincia di Frosinone e due altri militari. Rischiano così il processo il maresciallo, la moglie Annamaria e il figlio Marco con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere così come il sottufficiale dell’Arma Vincenzo Quatrale, indagato per concorso morale in omicidio e l’istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, e il carabiniere Francesco Suprano, che deve rispondere di favoreggiamento.
Secondo un’informativa dei carabinieri del comando provinciale di Frosinone, redatta sulla scorta di accertamenti del Ris e acquisita già nel febbraio scorso dalla procura di Cassino, Serena fu uccisa, presumibilmente dopo un litigio, negli alloggi della caserma dei carabinieri di Arce. A colpirla, secondo l’accusa, sarebbe stato il figlio di Mottola, Marco. La ricostruzione del delitto tratteggiata dalla perizia medico-legale indicò una compatibilità tra lo sfondamento della porta dell’alloggio della caserma dei carabinieri di Arce e la frattura cranica riportata dalla studentessa. Forse Serena, conclusero i periti, fu spinta durante una lite sbattendo la testa. Un altro contenuto dell’informativa segnò una svolta nelle indagini: la perizia dei Ris rilevò che il corpo di Serena – trovato due giorni dopo il delitto – fu spostato nel boschetto dell’Anitrella dove poi fu trovato con mani e piedi legati dal nastro adesivo e una busta di plastica in testa.
La svolta nelle indagini è stata possibile grazie alla riesumazione nel 2016 della salma di Serena e ai successivi accertamenti medico-legali condotti dalla Cattaneo. Proprio la perizia ha consentito di stabilire una potenziale compatibilità tra il trauma cranico della ragazza con l’ammaccatura della porta di uno degli alloggi della caserma. Il medico legale non precisa le circostanze e le ragioni del mancato rinvenimento di quei reperti, si tratta degli organi genitali e dell’ano: informazioni che mancano negli atti a lei consegnati e che potevano servire a circostanziare ancor dii più quanto avvenuto.