“Armando Siri? Ho piena fiducia in lui, lo conosco ed è una persona assolutamente perbene. Tra l’altro, fu uno dei nomi che il M5s propose come ministro al posto di Savona. Addirittura Di Battista, in una trasmissione (Otto e Mezzo, ndr), propose Siri o Bagnai. Visto che i 5 Stelle sono sempre pronti a fare verifiche su tutto e su tutti, evidentemente pensavano che Siri fosse una persona credibile e di buona fede“. Così, ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, si pronuncia sul caso Siri il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, che risponde ironicamente al monito espresso ieri dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio: “Siri in panchina? Non togliamogli però la fascia di capitano come ha fatto l’Inter con Icardi. La frase “mettiamolo in panchina”? Sì, ma quanto durerà? Se avessimo una magistratura che svolge le indagini in tempi rapidissimi, allora si potrebbe anche fare una scelta di opportunità politica, non certo una scelta legata alla questione delle indagini. Il problema è che, se la magistratura facesse in fretta, si potrebbero anche fare certi ragionamenti. Ma sappiamo che la giustizia oggi non è così veloce e quindi c’è il reale rischio di compromettere un ruolo importante alla luce di cosa? Di fatti sui giornali, senza però conoscere davvero gli elementi che sono in mano alla procura”.
Romeo sottolinea: “Noi della Lega siamo dell’idea che bisogna stare attenti, perché, se qualsiasi indagine o avviso di garanzia dovesse far dimettere un esponente di governo, allora vorrebbe dire consegnare la politica nelle mani della magistratura. Questa è la scelta di buon senso che la Lega ha sempre espresso. Ci affidiamo a Conte, con la speranza che lui, essendo tra l’altro anche avvocato, comprenda benele esigenze e le forme di garanzia che la Costituzione prevede. Nel momento in cui ci affidiamo a Conte, siamo convinti e sicuri che lui troverà la giusta soluzione, che tenga conto anche delle istanze della Lega, altrimenti non sarebbe quel buon mediatore che noi abbiamo voluto“.
Il senatore leghista aggiunge: “Su Siri non posso davvero né credere, né immaginare che possa aver fatto le cose che sembra siano sostenute dalla procura. Anche i rapporti di cui si dicono con questo imprenditore legato alla mafia o meno… il processo è a Roma, non è a Palermo, quindi, secondo me, nei confronti di Siri non ci sono elementi che possono riguardare quel filone. Semmai si può considerare quella questione legata all’emendamento, che, tuttavia, non è neanche passato. Insomma, stiamo parlando di elementi che ci lasciano molti dubbi. E’ chiaro poi che, se nelle indagini dovessero emergere degli elementi che aggravassero la situazione di Siri, anche per noi sarebbe decisivo. Chi sbaglia poi paga, è evidente”.
Ma puntualizza: “Non si può partire dal presupposto che basta una semplice indagine per fare un passo indietro. Per esempio, la Raggi è stata indagata più volte, ma nessuno della Lega si è mai sognato di chiederne le dimissioni. Poi è chiaro che di fronte a un rinvio a giudizio, a un processo o almeno a una condanna di primo grado, possono esserci degli elementi di opportunità politica per cui è meglio mettersi in panchina, come dice Di Maio“.
Romeo conclude: “Come abbiamo sempre detto, evitiamo polemiche varie e si vada avanti. Ognuno ha la sua idea. L’impostazione della Lega è quella del buon senso, che, guarda caso, è quella che sembra essere premiata dagli elettori, stando ai sondaggi”.