I pochi presenti danno dichiarano il sì all'istituzione della Commissione, che avrà 12 mesi di tempo per "chiarire le responsabilità che hanno portato alla morte di Giulio Regeni" e dovrà "verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo, o difficoltà". A Montecitorio 8 sono dem, 5 del Movimento, due della Lega e altrettanti di Fi e Leu. Nessuno di Fratelli d'Italia
Diciannove. Tanti erano i deputati presenti alla discussione generale per l’istituzione della Commissione d’inchiesta sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore friulano ucciso in Egitto. Otto i parlamentari del Pd, 5 del Movimento Cinque Stelle, 2 di Leu, altrettanti di Lega e Forza Italia. Nessuno di Fratelli d’Italia. I pochi presenti annunciano che daranno il via libera all’istituzione della Commissione, che avrà 12 mesi di tempo per “chiarire le responsabilità che hanno portato alla morte di Giulio Regeni” e dovrà “verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo, o difficoltà”. Il primo via libera era arrivato il 16 aprile da parte della commissione Esteri, dopo l’appello del presidente della Camera Roberto Fico. Vota a favore anche la Lega, mentre il forzista Pierantonio Zanettin pone dei distinguo dicendo “no a velleità, no alla propaganda, no allo spreco di risorse e energie”. Mentre dal dem Massimo Ungaro arriva la denuncia forte sulla “presa in giro” dell’Egitto.
Le assenze vengono sottolineate dal dem Filippo Sensi, che twitta due foto in bianco e nero dell’Aula vuota accompagnate dal laconico post: “In aula di Montecitorio si discute della commissione di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni”. Sotto è un profluvio di “vergogna” di fronte alle scarsissime presenze, a causa anche di un “ponte” per le festività di fatto si trascina da Pasqua. La discussione è arrivata a pochi giorni dall’appello dei genitori di Regeni che avevano chiesto al premier Conte di prendere posizione durante la visita ad Al-Sisi perché “in gioco c’è la dignità dell’Italia”. E il presidente del Consiglio, nel faccia a faccia a Pechino con il capo di Stato egiziano, aveva fatto presente l’insoddisfazione italiana: “Nessun passo avanti. Non mi fermerò finché non ci sarà la verità”. Un cambio di passo rispetto alle dichiarazioni di febbraio, quando Conte aveva detto che “Al Sisi ha testimoniato la sua costante attenzione e il suo impegno perché questo caso abbia una soluzione”.
Il ricercatore friulano fu trovato morto e con evidenti segni di tortura il 4 febbraio 2016 nella periferia della capitale egiziana. Ad aprile 2016 il governo italiano aveva provveduto al ritiro dell’ambasciatore, in attesa di chiarimenti sul caso, ma la decisione era stata poi rivista il 14 agosto 2017. Nel frattempo la richiesta di una verità da parte della famiglia di Regeni e il lavoro della Procura di Roma non si sono mai interrotti. Con i pm che hanno dovuto affrontare le resistenze della controparte egiziana e i continui depistaggi per complicare la ricostruzione di quanto successo al ricercatore italiano tra il 25 gennaio e il 4 febbraio del 2016 al Cairo. Dopo l’ennesima spedizione a vuoto dei magistrati italiani, il 29 novembre scorso il presidente della Camera, Roberto Fico, aveva scelto in autonomia di rompere le relazioni diplomatiche con il Parlamento egiziano. Mentre i magistrati romani sono andati avanti con l’inchiesta iscrivendo 5 persone nel registro degli indagati.
Politica
Caso Regeni, l’Aula è vuota quando si discute della commissione d’inchiesta: sono presenti appena 19 deputati
I pochi presenti danno dichiarano il sì all'istituzione della Commissione, che avrà 12 mesi di tempo per "chiarire le responsabilità che hanno portato alla morte di Giulio Regeni" e dovrà "verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo, o difficoltà". A Montecitorio 8 sono dem, 5 del Movimento, due della Lega e altrettanti di Fi e Leu. Nessuno di Fratelli d'Italia
Diciannove. Tanti erano i deputati presenti alla discussione generale per l’istituzione della Commissione d’inchiesta sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore friulano ucciso in Egitto. Otto i parlamentari del Pd, 5 del Movimento Cinque Stelle, 2 di Leu, altrettanti di Lega e Forza Italia. Nessuno di Fratelli d’Italia. I pochi presenti annunciano che daranno il via libera all’istituzione della Commissione, che avrà 12 mesi di tempo per “chiarire le responsabilità che hanno portato alla morte di Giulio Regeni” e dovrà “verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo, o difficoltà”. Il primo via libera era arrivato il 16 aprile da parte della commissione Esteri, dopo l’appello del presidente della Camera Roberto Fico. Vota a favore anche la Lega, mentre il forzista Pierantonio Zanettin pone dei distinguo dicendo “no a velleità, no alla propaganda, no allo spreco di risorse e energie”. Mentre dal dem Massimo Ungaro arriva la denuncia forte sulla “presa in giro” dell’Egitto.
Le assenze vengono sottolineate dal dem Filippo Sensi, che twitta due foto in bianco e nero dell’Aula vuota accompagnate dal laconico post: “In aula di Montecitorio si discute della commissione di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni”. Sotto è un profluvio di “vergogna” di fronte alle scarsissime presenze, a causa anche di un “ponte” per le festività di fatto si trascina da Pasqua. La discussione è arrivata a pochi giorni dall’appello dei genitori di Regeni che avevano chiesto al premier Conte di prendere posizione durante la visita ad Al-Sisi perché “in gioco c’è la dignità dell’Italia”. E il presidente del Consiglio, nel faccia a faccia a Pechino con il capo di Stato egiziano, aveva fatto presente l’insoddisfazione italiana: “Nessun passo avanti. Non mi fermerò finché non ci sarà la verità”. Un cambio di passo rispetto alle dichiarazioni di febbraio, quando Conte aveva detto che “Al Sisi ha testimoniato la sua costante attenzione e il suo impegno perché questo caso abbia una soluzione”.
Il ricercatore friulano fu trovato morto e con evidenti segni di tortura il 4 febbraio 2016 nella periferia della capitale egiziana. Ad aprile 2016 il governo italiano aveva provveduto al ritiro dell’ambasciatore, in attesa di chiarimenti sul caso, ma la decisione era stata poi rivista il 14 agosto 2017. Nel frattempo la richiesta di una verità da parte della famiglia di Regeni e il lavoro della Procura di Roma non si sono mai interrotti. Con i pm che hanno dovuto affrontare le resistenze della controparte egiziana e i continui depistaggi per complicare la ricostruzione di quanto successo al ricercatore italiano tra il 25 gennaio e il 4 febbraio del 2016 al Cairo. Dopo l’ennesima spedizione a vuoto dei magistrati italiani, il 29 novembre scorso il presidente della Camera, Roberto Fico, aveva scelto in autonomia di rompere le relazioni diplomatiche con il Parlamento egiziano. Mentre i magistrati romani sono andati avanti con l’inchiesta iscrivendo 5 persone nel registro degli indagati.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.