Il premier Giuseppe Conte e il sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, hanno avuto lunedì sera il faccia a faccia che era stato annunciato negli scorsi giorni. La decisione sulle dimissioni dell’esponente del Carroccio potrebbero arrivare in giornata durante un incontro a Tunisi tra il presidente del Consiglio e i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il Movimento Cinque Stelle, intanto, insiste sulla necessità di allontanare il sottosegretario. Il primo a parlare è il capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli: “Io credo che debba mettersi da parte per un periodo, chiarire la sua posizione. Siamo fiduciosi che possa chiarire. È questa la strada giusta”. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha spiegato che “quando c’è un’inchiesta è giusto che una forza politica si interroghi e valuti per esempio la gravità dell’indagine portata avanti per fare le proprie scelte”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso della rassegna stampa dell’emittente toscana Italia 7, il Guardasigilli ha aggiunto: “Sono garantista, nel senso che una persona deve poter provare la propria innocenza. Però l’indagine di cui parliamo è un’indagine grave, perché parliamo di corruzione, di collegamenti con la mafia. Le persone coinvolte sono presunte innocenti, non ci sono dubbi, però il ruolo di sottosegretario è un ruolo molto importante”. Bonafede sottolinea quindi che “non si parla di una questione di giustizia, di essere innocente o di essere colpevole: si parla di una questione morale“.
Intervendo ai microfoni di Rai Radio1 durante la trasmissione Radio anch’io, il senatore pentastellato Patuanelli ha spiegato: “Io ritengo che, a prescindere dalla questione penale e giuridica che è tutta da leggere, vedere e dimostrare e che non spetta alla politica ma al potere giudiziario, io credo che un dato sia certo: il sottosegretario Siri ha fatto presentare quegli emendamenti. Che siano stati approvati o no conta poco”. Di diverso avviso il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che in un’intervista a Il Fatto Quotidiano in edicola ha spiegato di avere “una regola di principio”, ovvero che “un avviso di garanzia non basta per provocare le dimissioni”, pur specificando sul caso specifico “non saprei dire”.
Politica
Caso Siri, il premier Conte ha incontrato il sottosegretario indagato per corruzione. M5s: “Dimissioni sono la strada giusta”
La decisione sull'esponente del Carroccio potrebbero arrivare in giornata durante un incontro a Tunisi tra il presidente del Consiglio e i vicepremier Di Maio e Salvini. Patuanelli: "Un dato è certo: ha fatto presentare quegli emendamenti. Che siano stati approvati o no conta poco". Il ministro Bonafede: "Non è questione di giustizia, è questione morale"
Il premier Giuseppe Conte e il sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, hanno avuto lunedì sera il faccia a faccia che era stato annunciato negli scorsi giorni. La decisione sulle dimissioni dell’esponente del Carroccio potrebbero arrivare in giornata durante un incontro a Tunisi tra il presidente del Consiglio e i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il Movimento Cinque Stelle, intanto, insiste sulla necessità di allontanare il sottosegretario. Il primo a parlare è il capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli: “Io credo che debba mettersi da parte per un periodo, chiarire la sua posizione. Siamo fiduciosi che possa chiarire. È questa la strada giusta”. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha spiegato che “quando c’è un’inchiesta è giusto che una forza politica si interroghi e valuti per esempio la gravità dell’indagine portata avanti per fare le proprie scelte”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso della rassegna stampa dell’emittente toscana Italia 7, il Guardasigilli ha aggiunto: “Sono garantista, nel senso che una persona deve poter provare la propria innocenza. Però l’indagine di cui parliamo è un’indagine grave, perché parliamo di corruzione, di collegamenti con la mafia. Le persone coinvolte sono presunte innocenti, non ci sono dubbi, però il ruolo di sottosegretario è un ruolo molto importante”. Bonafede sottolinea quindi che “non si parla di una questione di giustizia, di essere innocente o di essere colpevole: si parla di una questione morale“.
Intervendo ai microfoni di Rai Radio1 durante la trasmissione Radio anch’io, il senatore pentastellato Patuanelli ha spiegato: “Io ritengo che, a prescindere dalla questione penale e giuridica che è tutta da leggere, vedere e dimostrare e che non spetta alla politica ma al potere giudiziario, io credo che un dato sia certo: il sottosegretario Siri ha fatto presentare quegli emendamenti. Che siano stati approvati o no conta poco”. Di diverso avviso il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che in un’intervista a Il Fatto Quotidiano in edicola ha spiegato di avere “una regola di principio”, ovvero che “un avviso di garanzia non basta per provocare le dimissioni”, pur specificando sul caso specifico “non saprei dire”.
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Ucraina, l’inviato Usa: “Distanze ridotte tra Russia e Kiev”. Zelensky cambia il capo di Stato Maggiore e annuncia il missile Long Neptune: può colpire Mosca
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Israele, terremoto allo Shin Bet: Netanyahu silura il capo Bar e denuncia il suo predecessore
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - La Russia ha ripetutamente affermato che non dovrebbero esserci “forze di peacekeeping” della Nato in Ucraina. E se l'Alleanza decidesse di aiutare Kiev in questo modo, significherebbe la guerra. Lo ha affermato su X il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
In una dichiarazione successiva, Netanyahu ha spiegato: “In ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. "Ma sfortunatamente, la situazione è l'opposto: non ho questa fiducia. Nutro una sfiducia continua nel capo dello Shin Bet, una sfiducia che è solo cresciuta nel tempo".
(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Un team negoziale israeliano sta attualmente discutendo la questione degli ostaggi con i mediatori egiziani in Egitto. Lo ha reso noto l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una dichiarazione.