Il mobile gaming è sempre più orientato anche sul lato competitivo. Titoli come Arena of Valor, Brawl Stars e Clash Royale sono ormai protagonisti fissi della scena esport. Abbiamo intervistato il campione italiano Luca Javier “Pasti” Pavan che ha recentemente conquistato la Top8 mondiale a Berlino proprio su Clash Royale
Il mobile gaming ha rivoluzionato il mondo dell’esport, permettendo a chiunque abbia uno smartphone di diventare un campione dei videogiochi. Non servono più mouse e tastiera o i pad, è sufficiente un tablet o un cellulare prestazionale per poter sfidare amici e perfetti sconosciuti online, scalando le classifiche. Il mercato del mobile è in rapidissima espansione: secondo le stime di Newzoo, uno tra i portali più affidabili in merito ai dati sul digitale, afferma che i giocatori mobile nel mondo sono circa 2,2 miliardi con un ricavo associato al settore intorno ai 60 miliardi di dollari.
Uno dei principali titoli è Clash Royale che conta nel mondo decine di milioni di videogiocatori. In Italia per l’evento di novembre 2018 a Lucca si sono iscritti addirittura in 700. Tra loro è emerso vincitore Luca Javier “Pasti” Pavan, divenuto campione italiano del Red Bull M.E.O. by ESL che ha avuto così l’opportunità di giocarsi il titolo mondiale a Berlino a febbraio. Appena 16 anni, ha militato nel team italiano dei Mkers prima di trasferirsi virtualmente in Spagna accasandosi agli Heretics.
Nemmeno 18 anni e già nell’olimpo italiano e internazionale di uno dei titoli mobile più seguiti e giocati al mondo. Che effetto fa?
È una sensazione stupenda. Sinceramente non avevo immaginato di poter raggiungere tali traguardi in così poco tempo tramite un videogioco. Il successo è arrivato quasi inaspettato ma per questo motivo non è stato affatto meno apprezzato, anzi.
Quando hai capito che il tuo passatempo sarebbe realmente potuto diventare una professione?
Credo che la svolta sia arrivata con la vittoria del Red Bull M.E.O. by ESL. Per quella occasione entrai nel mio primo team competitivo e iniziai ad acquisire una certa notorietà anche nella comunità di videogiocatori. Tuttavia per me al momento non è ancora una professione a tutto tondo: ho 16 anni, sono giovane e il mio obiettivo principale è terminare gli studi.
Campione italiano del Red Bull MEO by ESL nella splendida cornice di Lucca: più emozionato per la vittoria o per la mole di spettatori accorsi a vedere le finali?
Lo ammetto: il numero di spettatori accorsi mi ha fatto emozionare più di ogni altro aspetto. Era la mia prima esperienza a un evento competitivo dal vivo e vedere così tante persone venute ad assistere alle mie partite e degli altri partecipanti è stato indimenticabile. Tra l’altro del tutto inaspettato, almeno per me. È stato un evento fantastico.
Tra i migliori 8 al mondo al mondiale in Germania: che effetto fa a questa età raggiungere risultati così importanti?
Il mondiale è stata certamente una delle esperienze più belle della mia vita. Alla mia giovane età, poi, è un qualcosa che augurerei a chiunque, mi sento molto fortunato ad avere avuto questa opportunità. Poi la ciliegina sulla torta è stata anche la prestazione: arrivare tra i primi 8 al mondo è un traguardo che difficilmente mi sarei sognato anche se, una volta arrivato ai quarti, ammetto che speravo di continuare a sognare. D’altronde quando inizia a provare gusto non vuoi più smettere con le vittorie.
Dopo essere cresciuto con i Mkers è arrivato per te il momento di cambiare casacca: per farlo hai scelto il team spagnolo degli Heretics. Come mai questa scelta?
È stato in realtà un cambio rapido e quasi inaspettato. Dopo le mie ottime prestazioni sotto i Mkers, che ringrazierò sempre per il supporto che mi hanno fornito quando giocavo per loro, ho ricevuto un’offerta dagli Heretics per partecipare alla SLO, la Super Liga Orange, uno dei più importanti tornei di Clash Royale che si disputa in Spagna. Per me è stato come un sogno che si avverava: ho sempre desiderato di poter partecipare a tale competizione e quando si è presentata la possibilità non ci ho pensato due volte ad accettare.
Pensi che l’Italia sia matura per accettare l’esport come una professione e non un semplice passatempo?
Credo che in Italia sia ancora molto presto per proporre urbi et orbi l’esport come una professione a tempo pieno: ho riscontrato anche personalmente molte difficoltà nello spiegare alle altre persone perchè viaggio negli altri paesi per partecipare ai tornei o perchè vengo pagato. Col passare del tempo, tuttavia, sono convinto che l’esport sarà accettato sempre di più nella società.
Quale pensi che sia la fortuna maggiore di un titolo come Clash Royale? E quanto incide l’essere un titolo mobile a cui si può giocare semplicemente prendendo lo smartphone dalla tasca?
Penso che sia la caratteristica più importante di clash. In più la sua fortuna si fonda su due altri pilastri: è un gioco molto rapido e richiede poco tempo per disputare una partita. Il fatto che sia per smartphone aiuta ancora di più e lo rende alla portata di tutti.
Che ne pensano i tuoi genitori della tua carriera? Hai avuto difficoltà a fargli capire cosa siano gli esports?
Questo è decisamente un tasto dolente. Ho sempre avuto difficoltà a spiegare ai miei genitori quello che per loro dovrebbe essere solo un passatempo. Tuttora non sono ancora riuscito a convincerli del tutto ma più passa il tempo più si rendono conto che seguo una passione che mi piace, la accettano e mi supportano in ogni competizione a cui partecipo.
Domanda “pericolosa”: come va la tua carriera scolastica? Ma soprattutto: che ne pensano i tuoi compagni di classe?
Diciamo che a scuola, bene o male, me la sono sempre cavata. Avendo molti impegni dopo l’orario scolastico cerco sempre di seguire al meglio le lezioni e immagazzinare più nozioni possibili in quel momento, in modo da dover poi studiare molto meno da solo sui libri. Con i miei compagni poi ho un bellissimo rapporto, mi guardano sempre giocare e spesso mi chiedono consigli sul gioco.
Giochi ad altro oltre a Clash Royale?
A dire la verità non molto. Oltre Clash Royale mi diletto ogni tanto su NBA 2K ma nulla di che.
E nel tempo libero, tra gli impegni di scuola e la tua carriera, quali sono i tuoi principali interessi?
La risposta in questo caso è legata a quella precedente: non è un caso che oltre Clash io giochi a NBA 2K. Il mio principale interesse infatti è il basket: gioco in una squadra ed è per me un’importante e necessaria fonte di distensione, un modo per scaricare lo stress accumulato con le altre occupazioni.
Quali sono i tuoi progetti competitivi per il 2019?
Il mio principale obiettivo è fare bene alla SLO citata prima. Voglio dimostrare al mio nuovo team degli Heretics che darmi fiducia è stata una scelta oculata e saggia. Se dovessi darmi un obiettivo di medio termine sarebbe la qualificazione alle fasi dal vivo della competizione. Più in là, invece, terminata la stagione competitiva spero di trovare una squadra per partecipare alla prossima Clash Royale League.