La onlus nasce per aiutare queste persone in condizioni di fragilità, oltre che bisognose di aiuto materiale e sostegno emotivo, non solo offrendo loro un posto letto che non potrebbero permettersi, ma anche il calore e l’affetto di una famiglia
In Italia oltre 1 milione le persone costrette ogni anno a spostarsi fuori dalla propria città di residenza per ricevere cure adeguate in strutture ospedaliere che offrono servizi sanitari di qualità. Si definiscono “pendolari della salute”. Di questi almeno 70mila sono minori e raggiungono ospedali lontani dalla propria casa. Per dare risposte a questo fenomeno l’Associazione CasAmica onlus ha organizzato una campagna nazionale solidale chiamata #ComeACasa, in corso fino al 1 maggio. “La nostra iniziativa nasce per aiutare in maniera sempre più ampia e attenta tutte quelle persone obbligate a spostarsi in città anche molto lontane dalla propria per sottoporsi a cure mediche specialistiche e interventi chirurgici” spiega al Fattoquotidiano.it Stefano Gastaldi, direttore di CasAmica onlus. Secondo l’associazione si tratta di migliaia di “pendolari della salute” che, ogni anno, “si trovano ad affrontare, oltre al dolore di una malattia grave, anche seri disagi pratici, economici e organizzativi, come trovare una sistemazione per una persona che possa assisterli durante le cure, spostarsi all’interno di una località che non conoscono per raggiungere l’ospedale, ma anche lavare un pigiama o cucinare un pasto caldo”. La onlus nasce per aiutare queste persone in condizioni di fragilità, oltre che bisognose di aiuto materiale e sostegno emotivo, non solo offrendo loro un posto letto che non potrebbero permettersi, ma anche il calore e l’affetto di una famiglia. “CasAmica, oltre al supporto psicologico, – aggiunge Gastaldi – mette a disposizione anche un team di volontari pronti ad accogliere gli ospiti al rientro dalle lunghe giornate di terapie e a chiedere loro come stanno e di cosa hanno bisogno, come si fa con gli amici più cari”.
“Ben il 10% dei malati che arrivano a Milano per curarsi ha un’età inferiore ai 18 anni, per questo CasAmica ha deciso di studiare un’accoglienza speciale per i più giovani, dedicando un’intera struttura proprio ai bimbi e ai loro familiari. La sede può contare anche su un’infermiera pediatrica grazie ad un’iniziativa sviluppata in collaborazione con la struttura di Pediatria della Fondazione IRCCS Istituto dei Tumori” dice al Fattoquotidiano.it Gastaldi. Proprio presso l’ospedale oncologico è in cura il marito di Dora di Palermo, malato di cancro e accompagnato dalla moglie nel percorso di cure. Sono partiti entrambi dalla Sicilia e la donna è stata ospitata in una delle strutture della onlus. Dell’associazione Dora racconta che ”in questi lunghi anni di sofferenza, abbiamo trovato un rifugio dove persone care ci hanno voluto bene. Sono stati anni di grande dolore, ma anche di grande gioia e speranza. Ho imparato a essere solidale, a tendere la mano all’altro. La malattia di mio marito è stata un percorso delicato, faticoso, accompagnato da timori e da paure, dall’incertezza del futuro. Ho imparato – aggiunge Dora al Fattoquotidiano.it – che quando tutto è incerto ed estraneo, la disponibilità all’ascolto, ti dà la possibilità di accogliere l’altro per quello che è, e con la sua umanità. Mi sento fortunata di aver incontrato persone che si sono rivelate presenze preziose, che mi hanno affiancata con dolcezza e con attenzione inaspettata, ho trovato in CasAmica affetti che mi hanno rivelato forza e profondità d’animo”.