La base di spaccio era una casa popolare occupata abusivamente e, pur dichiarando redditi da indigenti, nel loro patrimonio c’erano ville di lusso e terreni. L’indagine dei carabinieri di Cassino, coordinati dalla Dda, ha portato all’arresto di undici componenti del clan rom Spada-Morelli con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, intestazione fittizia di beni, tentata estorsione, usura e truffa aggravata.
L’indagine è iniziata dopo l’esplosione di un ordigno la notte del 28 ottobre 2015 all’interno del circolo ricreativo “San Bartolomeo” a Cassino di proprietà della famiglia rom nell’ambito di una guerra fra clan che si contendevano lo spaccio nel centro del frusinate. I militari dopo una prima operazione del gennaio del 2017 oggi hanno completato le indagini nei confronti del clan Spada-Morelli. I due pusher, due giovani fidanzati di Cassino, si occupavano dello spaccio al dettaglio che veniva effettuato nei luoghi di ritrovo o direttamente a domicilio.
Durante le indagini sono stati sequestrati 14 grammi di cocaina, 803 grammi di hashish, 170 grammi di marijuana, nonché di una serra artigianale ricavata nella camera da letto dei due spacciatori arrestati in flagranza di reato. Nel corso dell’indagine sono stati accertati anche episodi di usura ed estorsione. Una delle donne appartenente al clan, dopo aver spacciato a credito a una tossicodipendente la cocaina, applicava un tasso usurario, arrivando a chiedere, a fronte di un debito di droga pari a 3.000 euro, fino a 1.000 euro di interessi mensili, nonché a farsi consegnare, a titolo di garanzia un “Rolex” e un “Bulgari” del valore complessivo di euro 37.000. Il gip di Roma ha disposto il sequestro preventivo di tre alloggi popolari, tre terreni, due ville e un circolo ricreativo, tutti nel cassinate per un valore stimabile in circa 800.000 euro.