Sei. È il numero delle sue vittorie sul circuito più famoso del Circus. Ancora oggi un record. Ed è proprio lì, tra la Sainte Devote e la Rascasse, che la Formula 1 scopre per la prima volta Ayrton Senna. È il 3 giugno 1984. Per molti, il giorno della nascita della rivalità tra il brasiliano e Alain Prost, quella domenica in pole position. Senna, con la Toleman-Hart, parte tredicesimo. Nessuno (ancora) lo sa, ma il giovane brasiliano ha un grande alleato quel giorno: la pioggia.

In quella definita da lui stesso “la prima esperienza diretta con Dio”, Ayrton comincia a disegnare il tracciato come se l’asfalto fosse asciutto, tenendo un ritmo ben tre secondi più veloce rispetto a tutti. Li supera uno a uno, fino ad arrivare alle spalle del francese. Al 32esimo giro, quando il suo distacco da Prost è solo di un secondo, una segnalazione del francese fa interrompere la rimonta e la gara: vittoria a Prost, Senna rabbioso e frustrato. È la prima stoccata.

Intanto il brasiliano ha rivelato al mondo la sua guida e la sua confidenza sul bagnato nata tra le curve del kartodromo di San Paolo. Lì dove anche altri due campioni del mondo come Emerson Fittipaldi e Nelson Pique hanno mosso i primi passi, Ayrton inizia a primeggiare. Ed è proprio nelle giornate di pioggia che la sua precoce voglia di perfezione – tecnica e meccanica – raggiunge il  culmine. Sotto le indicazioni di Lucio Pascual, detto il “Tche”, Senna ottiene due campionati sudamericani di kart nel 1977 e 1978. Una passione che lo porterà anche a Milano con la DAP, compagno di squadra del “miglior avversario mai incontrato”, Terry Fullerton.

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