Radio Padania ha sette giorni per sospendere le trasmissioni sulla rete digitale, quelle che le consentono di coprire il territorio nazionale. E se non lo farà rischia di perdere anche il segnale analogico tradizionale, che diffonde le trasmissioni dell’emittente a livello locale. A dare l’ultimatum, scrive Repubblica, è una lettera del Ministero dello Sviluppo economico guidato da Di Maio, che mette in copia anche l’Agcom e sottolinea come la radio leghista non operi in modo legittimo sulla rete. “Si invita codesta società – si legge nel messaggio firmato dal dirigente Giovanni Gagliano e indirizzato alla società cooperativa Radio Padania – a sospendere immediatamente la trasmissione dei propri contenuti al Consorzio Eurodab (autorizzato, in ambito nazionale, a trasmettere con la tecnica del digitale, ndr) e si comunica che, in caso di reiterata violazione, questo ministero procederà all’avvio del procedimento di revoca dell’autorizzazione rilasciata alla Radio Padania Libera il 28 agosto 2018″. Fonti del ministero dello Sviluppo economico fanno sapere che la nota “adottata dalla direzione generale senza che il gabinetto del ministro Di Maio ne fosse informato, si chiude con la previsione della possibilità di disporre la revoca dell’autorizzazione alla trasmissione in tecnica digitale in ambito locale a carico dell’emittente. Il procedimento eventuale di revoca della suddetta autorizzazione non è neanche quindi stato avviato dalla direzione competente”.
Un avvertimento che arriva dopo mesi di tensioni con il Mise, al quale Radio Padania aveva fatto richiesta di contributi pubblici. Fondi ai quali la stessa emittente aveva poi rinunciato per evitare “ulteriori polemiche” con “una mail inviata nottetempo al Mise – scrive ancora Repubblica – alla vigilia della pubblicazione delle graduatorie dei beneficiari”. E ora, con l’ultima lettera a firma di Gagliano, si sottolinea l’irregolarità delle trasmissioni della radio, che è autorizzata a trasmettere soltanto in ambito locale, e non nazionale, come sta facendo tramite il digitale. “Appoggiarsi a Eurodab senza avere il permesso per farlo come sostiene il ministero guidato da Luigi Di Maio – si legge ancora sul quotidiano -, è stato un modo per fare campagna elettorale a vasto raggio. Ad esempio mandando in onda negli ultimi giorni le interviste di alcuni “uomini di fiducia di Matteo Salvini“, come il tesoriere della Lega Giulio Centemero e il commercialista di Bergamo Alberto di Rubba.