A renderlo noto una ricerca dell'Università di Glasgow, che evidenzia una maggiore propensione a sviluppare malattie cardiache e mortali per chi ha problemi di peso e decide di andare a lavoro in auto piuttosto che in bici o a piedi
La vita del pendolare non è mai facile e in alcuni casi non porta affatto beneficio, soprattutto quando per lo spostamento casa-lavoro ci si ritrova a usare l’auto e contestualmente si hanno problemi di obesità. In questo caso, infatti, il cosiddetto pendolarismo passivo può diventare un’aggravante, tanto che per tali soggetti il rischio di morte risulta del 32% superiore a quello di chi, al contrario, si muove in bici o a piedi ed è normopeso.
A lanciare questo allarme è l’Università di Glasgow che ha condotto uno studio recentemente presentato al Congresso europeo sull’obesità tenutosi nella stessa città scozzese. Secondo i ricercatori, infatti, per chi soffre di obesità e viaggia costantemente in auto sarebbe doppio anche il tasso di mortalità per patologie del cuore, mentre l’aumento di quelle non mortali è superiore del 59%. Per riscontrare la pericolosità di un tale stile di vita, il team dell’Università di Glasgow ha seguito per circa cinque anni ben 163.149 persone, di età compresa fra i 37 e i 73 anni: trascorsi i cinque anni, 2.425 pendolari sono deceduti mentre ad altri 7.973 sono state diagnosticate nel tempo malattie cardiache.
Com’è noto, infatti, una vita sedentaria non è propriamente l’alleata di persone che soffrono di obesità, e una giusta dose di attività fisica è necessaria affinché questo disturbo non porti a conseguenze più gravi e spesso letali. A dimostrarlo è ancora la stessa ricerca degli studiosi scozzesi, che hanno potuto osservare come le persone che si impegnano in un tipo di pendolarismo attivo e misto (con l’utilizzo di bici e andando a piedi) riescono più facilmente a contrastare l’insorgere di malattie cardiache, avendo quindi un rischio di morte per cause simili a quanti, normopeso, svolgono un pendolarismo attivo.
È anche vero, però, che se nella maggior parte dei casi fare i pendolari in auto si rende necessario ed inevitabile – spesso per un discorso di distanze troppo lunghe da percorrere da casa a lavoro, sia anche per orari che non consentono di muoversi a piedi – altre volte subentra la pigrizia dovuta a uno stile di vita che raramente contempla l’attività fisica. Fatte tali considerazioni, una soluzione potrebbe essere quella di mediare tra le due abitudini – passiva e attiva – magari affidandosi al servizio di trasporto pubblico: lasciare a casa la macchina e fare una camminata per andare a prendere metro o bus può aiutare infatti a praticare un tipo di pendolarismo “semi-attivo” che può certo essere di grande aiuto.