Sette aziende del settore del movimento terra e della produzione di calcestruzzo/costruzioni edili, diversi fabbricati e terreni nei comuni di San Marco d’Alunzio e Sant’Agata di Militello, veicoli, moto e rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 4,5 milioni di euro. La Dia di Messina, insieme al Centro Operativo Dia di Catania, ha eseguito la confisca di questi beni, su disposizione della sezione Misure di prevenzione del Tribunale, a un imprenditore di Sant’Agata di Militello.
L’attività, coordinata dalla Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, è collegata a precedenti sequestri. L’imprenditore a cui è stato confiscato il patrimonio è Antonino Smiriglia ritenuto vicino alla “famiglia mafiosa di Mistretta” guidata dal boss Sebastiano Rampulla, ora morto, “rappresentante di Cosa Nostra” per la provincia di Messina, e dal fratello di Pietro, ex estremista condannato all’ergastolo dalla Corte di assise d’appello di Caltanissetta, poiché ritenuto “l’artificiere” della strage di Capaci.
Per Smiriglia è stata anche decisa l’applicazione della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per tre anni. Gli accertamenti, si legge in una no hanno svelato la sproporzione tra i redditi dichiarati del nucleo familiare di Smiriglia e il patrimonio accumulato nel tempo. Pur essendo stato coinvolto in diverse indagini antimafia, l’imprenditore non è mai stato condannato per associazione mafiosa. Ciò nonostante, dagli atti d’indagine emergono i suoi legami con la criminalità organizzata dell’area nebroidea e barcellonese, ed in particolare alla “famiglia” di Mistretta, influente lungo la fascia costiera tirrenica