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Ciao Darwin, e l’infortunio al concorrente. Il precedente di Giochi senza frontiere: “Io, rimasto paralizzato, ho avuto un rimborso molto basso”

La sua esperienza è stata similare quella di Gabriele Marchetti nel programma di Canale5. “Avevo 25 anni ed ero un campione di canoa in procinto di partecipare alle Olimpiadi di Mosca del 1980 quando sono stato contattato dalla regione Fiuli Venezia Giulia per rappresentare il mio comune, Grado. Ho accettato di buon grado e ho subito cominciato a fare le prove per allenarmi ai giochi previsti dal regolamento”. L'incidente è stato molto forte: “Sono caduto da sette metri d'altezza a causa di un attrezzo assurdo

di Giulio Pasqui

Il caso di Gabriele Marchetti, il 54enne rimasto gravemente ferito in un incidente durante una prova di Ciao Darwin (e che ora rischia la paralisi), ha toccato la sensibilità di tante persone. Compreso Sebastiano Marchesan, signore sessantenne che nel 1980 è stato anche lui vittima di un incidente simile. Era un concorrente di Giochi senza frontiere quando è caduto ed è rimasto paralizzato. “Non è più accettabile che accadano ancora episodi del genere”, dice a ilfattoquotidiano.it. “Un conto è quarant’anni fa, ma con la cultura della prevenzione che abbiamo oggi è assurdo che succeda ancora. E’ vergognoso. I giochi vanno fatti in estrema sicurezza, non si può rischiare di mettere in pericolo la vita delle persone. Tutta la mia solidarietà al signore”, racconta Sebastiano.

La sua esperienza è stata similare. “Avevo 25 anni ed ero un campione di canoa in procinto di partecipare alle Olimpiadi di Mosca del 1980 quando sono stato contattato dalla regione Fiuli Venezia Giulia per rappresentare il mio comune, Grado, ai Giochi Senza Frontiere. Ho accettato di buon grado e ho subito cominciato a fare le prove per allenarmi ai giochi previsti dal regolamento”. L’incidente è stato molto forte: “Sono caduto da sette metri d’altezza a causa di un attrezzo assurdo: la mia gamba era rimasta impigliata e il mio corpo si è sbilanciato. Sono precipitato e ho sbattuto la schiena, orizzontalmente. Non c’erano materassi, mi sono schiantato contro un pavimento di cemento. Sono rimasto paralizzato”.

Da quel momento la sua vita è inevitabilmente cambiata: ha dovuto accantonare il sogno delle Olimpiadi, ma ha iniziato una lotta che dura tutt’ora. “Sono rimasto quattordici mesi in ospedale, rischiando di morire: quarant’anni fa la medicina non era così avanti come lo è oggi, in quelle condizioni si moriva con facilità a causa del blocco renale. Ho passato le pene dell’inferno ma ce l’ho fatta. Ho reagito e ho cercato di riappropriarmi della mia vita. Prima ero alto un metro e 80, mi sono ritrovato ad essere un metro e 30 con la carozzina. Ho iniziato a lottare contro le barriere architettoniche e a favore dell’accessibilità”. Sebastiano è stato un po’ un precursore di tante battaglie: è stato uno dei primi in Italia a conseguire la patente di guida per i paraplegici, ha fondato un’associazione regionale per tetra-paraplegici, ha fatto approvare dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche ed è stato anche uno dei promotori italiani dell’arrivo delle unità spinali, che adesso (anche grazie a lui) sono una realtà importante.

In seguito a quell’episodio, Marchesan ha intentato una “causa legale contro la regione, che era l’organizzatrice dei giochi”, “ma non contro la Rai che era estranea all’organizzazione occupandosi soltanto della trasmissione in televisione”. Il processo è durato otto anni e si è concluso nel 1988: “Ho vinto la causa e mi è stato dato un rimborso molto basso, 285 milioni di vecchie lire. I giudici hanno stabilito che se ci fossero stati i materassi, la mia caduta non avrebbe causato problemi e mi sarei rialzato. Cosa penso della mia vita che è cambiata irreversibilmente a causa di un gioco televisivo? Che va bene così: ho conosciuto mia moglie e ho combattuto tante battaglie che altrimenti non avrei combattuto, non rimpiango nulla. Ma ora che anche il concorrente di Ciao Darwin faccia una causa!”.

 

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