“Per il tour Jova Beach Party di Jovanotti su StubHub si toccano anche i 960 euro, +1.750% rispetto a un biglietto di partenza da 52 euro“. È quanto denuncia Assomusica, l’associazione degli organizzatori e produttori di spettacoli di musica dal vivo, che ha presentato un esposto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e all’Antitrust (Agcm) per chiedere di sanzionare i siti di secondary ticketing. L’associazione, alla quale aderiscono oltre 120 imprese che realizzano l’80% dei concerti in Italia, ha segnalato all’Agcom le maggiorazioni fino a 15 volte e oltre dei prezzi ufficiali dei biglietti sui siti come Viagogo, StubHub e MyWayTicket per alcuni concerti come ad esempio i tour di Jovanotti, Laura Pausini, Biagio Antonacci, Elisa, The Giornalisti e Jack Savoretti. Ad esempio, denuncia Assomusica, “per il tour Jova Beach Party di Jovanotti a fronte di un biglietto con posto unico fissato a 52 euro per la data del 28 agosto a Lignano Sabbiadoro, su Viagogo si può arrivare fino a 300 euro, cioè 6 volte in più (+500%). Per altre date (6 e 27 luglio 2019) su MyWayTicket si può arrivare a 402 euro“.
Non solo: “Per il concerto di Elisa – scrive l’associazione – i biglietti ufficiali, che vanno da 31 a 80 euro, su Viagogo toccano anche i 395 euro (+390%). Per il tour di Laura Pausini e Biagio Antonacci i prezzi stabiliti partono da 35 euro fino a 70 euro, ma su StubHub possono arrivare a 265 euro (+230%). Situazione analoga (+260%) per il concerto del gruppo The Giornalisti: i biglietti fissati fra 30 e 70 euro, StubHub li propone anche a 265 euro. C’è, infine, Jack Savoretti, con i biglietti che da 30 euro, sempre su StubHub, vengono venduti a 144 euro (+380%)“.
“Chiediamo all’autorità a cui vengono attribuiti i poteri di controllo – spiega il presidente di Assomusica, Vincenzo Spera – di fare applicare la legge contro il secondary ticketing (legge n. 232 dell’11 dicembre 2016) e in particolare il comma 545 che prevede sanzioni pecuniarie da 5.000 a 180 mila euro per quanti illecitamente fanno lievitare i prezzi dei biglietti a discapito dei consumatori finali. La soluzione individuata dal Governo del biglietto nominativo nel settore della musica live – prosegue Spera – riteniamo che oltre a non essere necessaria, comporterà danni certi agli operatori del settore, sia per i maggiori costi da sostenere per i servizi di controllo, sia per l’enorme allungamento dei tempi di afflusso agli eventi e sia per la perdita di tutte quelle forme di prenotazione, promozione e regalo di biglietti, non più consentite allo spettatore, che comporteranno una sicura contrazione delle vendite”.