Finalmente l’Educazione civica sarà materia scolastica. Finalmente i “nuovi” cittadini sapranno almeno i principi essenziali della nostra Costituzione. Ieri la Camera ha approvato una proposta di legge che segna un passo di civiltà.
La storia dell’ora di Educazione civica è lunga e tormentata. Nell’ordinamento italiano la materia ha vissuto diverse fasi.
Aldo Moro è stato il primo a introdurre nel 1958 l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole medie e superiori: due ore al mese obbligatorie, affidate al professore di Storia, senza valutazione. Una novità che subì presto un arresto: le ore di insegnamento vennero sacrificate per ragioni finanziarie.
Nel 1979 con il ministro Pedini, nei programmi di scuola media, ritorna l’Educazione civica come specifica materia di insegnamento. La sua gestione viene affidata al consiglio di classe solo per le classi terze. Nel 1985 viene inserita nei programmi della scuola primaria dal ministro Falcucci, accanto a Storia e Geografia, con la denominazione “Studi sociali”. Con la direttiva numero 58 del 1996 viene rafforzato il decreto del ’58, prevedendo nuovamente l’insegnamento di un’ora settimanale facendo esplicito riferimento alla Costituzione ma la norma non entra in vigore a causa della caduta del governo Dini.
Nel 2003 passa la Legge 53 che ripropone l’Educazione civica come educazione ai principi fondamentali di convivenza civile, con tematiche però trasversali ai diversi insegnamenti. Nel 2008 con la Legge 168 l’intento è quello di formare il personale al fine di creare competenze sul tema di cittadinanza e Costituzione.
Dall’anno scolastico 2010/2011 cambia nome: non si parla più di educazione civica ma di “Cittadinanza e Costituzione” e comprende cinque argomenti: educazione ambientale, educazione stradale (Codice della Strada), educazione sanitaria (regole basilari di pronto soccorso), educazione alimentare e Costituzione italiana. Si arriva ad introdurre di nuovo l’Educazione civica dopo un periodo di due anni scolastici di sperimentazione (2008/2009 e 2009/2010). L’insegnamento è presente per tutti gli istituti di ogni ordine e grado nella misura di un’ora settimanale all’interno delle materie di storia e geografia.
Risultato? A farla sono ben pochi perché tocca a tutti e a nessuno. Ora non sarà più così. Ci sarà fin dalla scuola primaria un insegnante, un voto in pagella e una valutazione finale.
Un passo in più il Parlamento lo poteva invece fare in merito all’emendamento che supera il Regio Decreto del 1928 che prevedeva note sul registro, sanzioni disciplinari ed espulsioni per i bambini fin dalla primaria. Oggi più nessuno alla primaria applica gli articoli 412-413 e 414 del Regio Decreto mentre a usare ancora le espulsioni e le note sul registro ci sono i professori della scuola secondaria di primo grado. Forse questo ulteriore passo di civiltà che abbraccia la pedagogia poteva essere fatto andando ad incidere sulle scuole medie. Mentre alle elementari sarebbe il caso di parlare dell’unica sanzione ancora in vigore: la bocciatura. Ogni anno vengono rimandati più di 10mila bambini. Forse è il caso di fermarci su questo numero.