Nei primi tre mesi dell'anno diminuiscono consegne globali (soprattutto quelle di Maserati) e ricavi, ma nonostante questo il numero uno del sodalizio italo-americano ha spiegato che gli effetti positivi delle "azioni di ristrutturazione" si avvertiranno nella seconda metà dell'anno. Critici i sindacati
La prima fotografia di FCA del 2019 è decisamente sbiadita: lo dicono dati economici del primo trimestre, riassumibili in un calo di consegne globali, ricavi e utili. Le prime sono scese del 14% a quota 1,037 milioni di unità, il fatturato è diminuito a 24,481 miliardi di euro (-5%) mentre l’utile netto è in flessione del 47% pari a 508 milioni di euro: ne consegue che il margine sui ricavi passa dal 5,8 al 4,4%. Numeri che, per l’azienda, sarebbero in parte dovuti al “pianificato riallineamento delle strategie commerciali in Europa”. Qualunque cosa voglia dire. L’amministratore delegato Mike Manley ha dichiarato che “le misure di riduzione dei km zero e di altri canali di distribuzione con bassi margini stanno già avendo effetti positivi”, e che “i risultati delle azioni di ristrutturazione si vedranno nella seconda metà dell’anno”.
Uno sguardo sul futuro, soprattutto quello a batteria, il numero uno del sodalizio italo-americano lo ha poi fornito rispondendo alle domande degli analisti: “Jeep Renegade e Compass con alimentazione plug-in ibrida andranno in produzione nel primo trimestre del 2020 e nei due anni successivi ci saranno 10 nuovi lanci per l’area Emea”. Mentre sull’ormai annosa questione delle alleanze e di possibili partner, Manley si è detto possibilista: “Credo che onestamente nei prossimi 2 o 3 anni ci saranno significative opportunità di partnership e alleanze nell’auto a livello globale e Fca avrà un ruolo costruttivo, attivo e proattivo nel proprio settore”.
Di tutt’altro avviso la FIOM-CGIL, il cui segretario nazionale e responsabile automotive Michele De Palma ha fatto apere che “Il 2019 per i lavoratori di Fca sarà un anno nero: il calo dei volumi e la mancanza di nuovi modelli sta generando un aumento complessivo delle ore di cassa integrazione. Dopo anni e anni di cassa integrazione i lavoratori vivono un problema salariale”.
Tornando ai numeri, va detto che se non altro l’impatto sul titolo azionario dei dati economici non ha avuto conseguenze. “Il mercato sta rispondendo con entusiasmo al lancio dei nostri nuovi prodotti mentre stiamo attuando tutte le iniziative necessarie a rafforzare le aree di business che hanno risultati più deboli”, ha spiegato ancora Manley: “Sulla base di questi elementi e con i risultati del I trimestre in linea con le nostre attese, siamo fiduciosi sui nostri target per il 2019”. Salto all’occhio, in negativo, il dato di Maserati, in caduta libera: consegne a -41%, ricavi al -38% e un utile passato da 86 a 11 milioni di euro. Nonostante tutto, come detto, FCA conferma i target 2019: utile operativo adjusted superiore ai 6,7 miliardi, margine di oltre il 6,1% e flussi di cassa positivi a circa 1,5 miliardi di euro.
Fiducia a parte, l’analisi delle singole aree geografiche è abbastanza dirimente: in Nord America il gruppo ha registrato consegne in flessione del 14%, ricavi di 16,057 miliardi in calo di 356 milioni, un utile operativo da 1,044 miliardi (172 milioni in meno) e un margine ridimensionato da 7,4% a 6,5%. Cifre analoghe nell’area Asia Pacifica – con vendite giù dell’11%, ricavi per 592 milioni (27 in meno rispetto al 2018) e risultato operativo, passato da un utile di 10 milioni a una perdita di 9 – e in quella europea e mediorientale, con consegne in calo del 12%, ricavi del 10% e dell’Ebit, risultato in perdita per 19 milioni (nel primo trimestre 2018 ammontava a 182 milioni). Meno peggio in Sudamerica, con consegne in calo del 9% ricavi stabili e a una crescita dell’utile operativo del 42%.
Nel frattempo FCA ha perfezionato l’accordo per la cessione della Magneti Marelli alla giapponese Calsonic Kansei Corporation, incassando circa 5,8 miliardi di euro: ne è scaturito un dividendo straordinario di 2 miliardi di euro (già anticipato nei mesi scorsi). “FCA – ha detto Mike Manley – conferma il proprio impegno nei confronti di Magneti Marelli, che continuerà ad essere un fornitore chiave, e sono convinto che questa operazione garantirà un futuro solido ai dipendenti e agli altri stakeholder di Marelli. Questa cessione riconosce anche l’alto valore strategico di Magneti Marelli, migliora la nostra posizione finanziaria, consegna valore ai nostri azionisti e ci consente di concentrarci ancora di più sulla nostra gamma chiave di prodotto”. “Il nostro rapporto con FCA rimane importante, in quanto continueremo a servirla come cliente nell’ambito del nostro accordo di fornitura pluriennale”, ha aggiunto il presidente e ad di CK Corporation Beda Bolzenius.