Un gruppo di ricercatori dell’Università della California ha sviluppato un materiale dinamico, ispirato alle cosiddette “coperte spaziali”, capace di regolare a piacimento la temperatura corporea. Per chi si sta chiedendo a cosa potrebbe servire quest’idea, la risposta più semplice è di guardarsi attorno in ufficio. Parte dei colleghi ha sempre freddo, parte ha sempre caldo, e la regolazione del termostato è probabilmente una delle maggiori fonti di disagio negli uffici di tutto il mondo. Con un indumento fabbricato usando questo nuovo materiale tutti starebbero bene.
Per chiarezza, le coperte spaziali esistono da anni. Sono quei sottili fogli di carta metallizzata in cui si avvolgono non solo gli astronauti al rientro dalle missioni, ma anche atleti al termine di particolari sforzi o pazienti traumatici durante il trasferimento in ospedale. L’idea originale dei ricercatori statunitensi è stata quella di cambiare le proprietà riflettenti del materiale quando viene allungato. Erica Leung, uno dei ricercatori del progetto, spiega che “essenzialmente, il materiale può agire come una normale coperta spaziale, evitando la dispersione di gran parte del calore prodotto dal corpo. Però se l’utente ha troppo caldo, basta ‘allungare’ il materiale per fare sì che rilasci il calore in eccesso“.
Il segreto di questo risultato è l’impiego di un composto creato usando un rivestimento metallico con nanostrutture ancorate in un supporto polimerico elastico. Normalmente il metallo mantiene il calore prodotto dal corpo, ma quando viene “stiracchiato” il rivestimento metallico si interrompe, esponendo il supporto polimerico e rilasciando il calore. Lo stesso foglio di materiale si può tirare e rilasciare migliaia di volte prima che si danneggi.
Guardando l’immagine di questa pagina qualcuno potrebbe pensare di dover andare in ufficio avvolto in una coperta piuttosto ridicola. In realtà l’idea è di integrare il materiale in vestiti del tutto normali, di cui non vergognarsi. Leung spiega che “questo materiale potrebbe essere completamente integrato nell’abbigliamento, [con] un sistema di attuazione che consente il completo controllo dell’utente attraverso, ad esempio, un’app per lo smartphone”. La ricerca è stata pubblicata su Nature Communications.
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Fra le opzioni c’è anche la possibilità di usarlo nella fabbricazione di tende, o persino nell’isolamento degli edifici. La ricerca è ancora agli inizi, non c’è da aspettarsi un prodotto commerciale in tempi brevi. L’idea però sembra molto interessante.