L’ala militare della Jihad islamica avrebbe minacciato di colpire siti sensibili come il reattore nucleare di Dimona nel sud di Israele, l’aeroporto internazionale Ben-Gurion e raffinerie petrolifere a Haifa nel nord del Paese. Onu e Egitto cercano di mediare per arrivare a un cessate il fuoco
Nuova escalation tra Israele e Hamas, dopo i nuovi scontri di venerdì alla barriera di confine con la Striscia di Gaza nell’ambito della Grande Marcia del ritorno in corso dal 30 marzo. Le autorità israeliane hanno annunciato la chiusura dei valichi con la Striscia – quello pedonale di Eretz e quello merci di Kerem Shalom – dopo che centinaia di razzi sono stati lanciati da Hamas e la Jihad islamica verso Israele. Decine sono stati intercettati dal sistema difensivo Iron Dome. Immediata la risposta dell’aviazione israeliana che ha bombardato secondo il portavoce una trentina di “obiettivi terroristici”: strutture per la produzione di armi, l’addestramento e una struttura navale di Hamas, oltre a un compound militare congiunto delle due organizzazioni palestinesi.
La Jihad islamica secondo l’emittente statale israeliana Kan ha minacciato che se gli attacchi non cesseranno colpirà la centrale atomica di Dimona, l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv e i porti di Ashdod e di Haifa. Secondo la radio militare i voli da e per l’aeroporto Ben Gurion sono già stati deviati verso una rotta settentrionale che sorvola la città di Natanya.
Secondo la radio militare le sirene di allarme hanno suonato a Beit Dagan (a sud-est di Tel Aviv), a Beit Shemesh (ad ovest di Gerusalemme) e a Kiryat Gat, nel Neghev settentrionale. Gli attacchi palestinesi da Gaza proseguono ininterrottamente dall’alba. Secondo la televisione commerciale Canale 12 a Kiryat Gat un razzo palestinese ha centrato una scuola, che era chiusa per il riposo sabbatico. Una donna che era nelle vicinanze è rimasta ferita in modo grave, ha fatto sapere il Magen David Adom, equivalente locale della Croce rossa. Ferito anche un uomo di Ashkelon colpito dagli shrapnel di un razzo caduto sulla città costiera del sud di Israele. Le autorità hanno ordinato la apertura immediata dei rifugi nelle zone di Israele che si trovano in un raggio di 40 chilometri da Gaza: da Beer Sheva a sud fino a Ghivat Brenner (un kibbutz vicino alla città di Rehovot) più a nord.
Un vasto attacco aereo israeliano è intanto in corso nella Striscia di Gaza. “Finora – ha precisato il portavoce miliare – abbiamo colpito oltre dieci obiettivi terroristici di Hamas e della Jihad islamica palestinese”. A questo attacco partecipano anche carri armati israeliani.
Le diplomazie internazionali si stanno muovendo per cercare di giungere a un cessate il fuoco. “Il lancio di razzi da Gaza verso Israele deve fermarsi immediatamente”, scribe in una nota l’Eeas, l’ufficio di azione esterna dell’Ue. “È urgente una de-escalation di questa pericolosa situazione per garantire che le vite dei civili siano protette. Sia gli israeliani che i palestinesi hanno il diritto di vivere in pace, sicurezza e dignità. Solo una soluzione politica può porre fine alla violenza. Gli sforzi dell’Egitto e dell’Onu per calmare la situazione hanno il pieno appoggio dell’Ue”. In campo anche l’inviato delle Nazioni Unite in Medio Oriente, Nickolay Mladenov. Nelle scorse ore si era mosso poi l’Egitto, convocando i rappresentanti di Hamas e della Jihad islamica al Cairo. Fonti palestinesi a Gaza hanno riferito che finora i colloqui con l’Egitto non hanno ottenuto risultati.