Dopo le polemiche successive alla messa in onda di un servizio del Tgr sulla commemorazione a Predappio della morte di Benito Mussolini Antonio Farnè, caporedattore del Tg3 Emilia Romagna, ha rimesso il mandato. Il servizio di due minuti nell’edizione delle 19.30 del telegiornale regionale della Rai, senza contraddittorio né contestualizzazione con 300 fascisti tra tricolori, aquile e cimeli del regime, aveva scatenato anche la reazione dell’ad Fabrizio Salini. Il servizio aveva creato diverse polemiche “due minuti di interviste e immagini, con tanto di saluti romani, sulla manifestazione fascista”. Michele Anzaldi, deputato del Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai, lo aveva definito “apologia del fascismo”.
Nelle immagini si vedevano il saluto romano, le lacrime davanti alla cripta e si dava la parola ai nostalgici con l’intervista a Edda Negri Mussolini, nipote del dittatore. Il direttore di tutti i telegiornali regionali di Rai 3, Alessandro Casarin, era stato costretto a diffondere una nota per spiegare che “la direzione si dissocia” e “ne prende le distanze” annunciando “valutazioni” sul caso. Anche il presidente della commissione Vigilanza, Alberto Barachini, aveva annunciato che avrebbe chiesto “all’amministratore delegato della Rai un resoconto delle verifiche attivate” perché “diritto di cronaca, pluralismo e libertà che devono caratterizzare il servizio pubblico non si possono tradurre in maldestri tentativi di diffondere un racconto nostalgico del periodo fascista”. Anche l’Anpi aveva protestato definendo il servizio “vergognoso e gravemente lesivo del dettato antifascista della Costituzione repubblicana. Sono stati ripresi atti e parole di difesa pubblica del fascismo, di riverenza e di fedeltà ad un criminale, saluti romani: 2 lunghi minuti di oltraggio all’Italia. Tutto questo non può essere tollerato. E non bastano l’indignazione, lo sconcerto, le dissociazioni, occorrono gesti concreti”, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia aveva chiesto ai vertici della Rai di assumere “provvedimenti disciplinari” e dichiarare “pubblicamente che quel servizio è stato profondamente offensivo del sentimento antifascista delle cittadine e dei cittadini, della lotta partigiana – fondativa del nostro sistema democratico – delle tantissime vittime del regime sanguinario fascista. Della Costituzione”.
Nel servizio veniva data voce a chi definisce Mussolini “il più grande uomo storico” e un “personaggio che ha fatto la storia”. Critico anche il comitato di redazione del Tgr Rai Emilia-Romagna: “La Rai servizio pubblico – scriveva il comitato di redazione – trova il suo fondamento nel Contratto di servizio, che è strettamente ancorato alla Costituzione italiana, antifascista e antirazzista”. Quindi, si leggeva in una nota, “non è ammissibile qualunque servizio che esca da questa cornice o – peggio – una assurda presunta par condicio tra neofascismo e antifascismo. La messa in onda dei servizi è stata decisa dal caporedattore”. Nei giorni scorsi la Rai aveva avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Antonio Farnè, in passato anche presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna che ha aveva cinque giorni di tempo per fornire la sua versione dei fatti. Salini avrebbe dovuto decidere per un’eventuale: censura, multa o sospensione. Ma oggi Farnè ha lasciato.