Prima le Europee, il 26 maggio, con il M5s che ha “l’obiettivo di essere determinanti” e si prepara a formare un nuovo gruppo all’Europarlamento con “otto movimenti” pronti a partecipare. Poi la “seconda fase del nostro governo” che ha al centro il ceto medio e come primo obiettivo far diventare legge il salario mimino orario: “Questa settimana si chiudono gli emendamenti ed entro agosto credo che lo approveremo”. Obiettivi e scadenze annunciati da Luigi Di Maio sul palco di Monterotondo al fianco del candidato sindaco Cinquestelle, Alberto Pagliuca, forte dei primi apprezzamenti dei sindacati al ddl dopo il tavolo organizzato al ministero del Lavoro e l’intenzione del governo di inserire nel testo il richiamo esplicito ai minimi tabellari definiti dai contratti nazionali.

Il vicepremier parte della questioni interne. “I giovani a 2-3 euro all’ora diventano illegali”, dice durante il comizio. Dopo quota 100 e il reddito di cittadinanza sarà la volta “della seconda fase di questo governo, che significherà occuparsi del ceto medio, quello che lavora dal mattino alla sera e paga le tasse. Per queste persone faremo qualcosa: la prima sarà quella di fare in modo di farli vivere e non sopravvivere“. Quindi il salario minimo appunto, ma anche ” sgravi sugli asili nido, sui pannolini e sulle baby sitter. Partiremo dalle giovani coppie, alle quali non possiamo dire di fare figli, senza dare loro aiuti“, spiega Di Maio.

Poi lo sguardo all’Europa e l’annuncio che “ci sono 8 movimenti europei che parteciperanno al nuovo gruppo con il M5s”. “Il nostro – prosegue il vicepremier- sarà un gruppo né di destra né di sinistra“. I movimenti che aderiscono sono tutti d’accordo su “più democrazia diretta“, “salario minimo europeo” e “stop all’austerity“. “Io non sono contro tutti i vincoli Ue ma che senso ha sottomettere al deficit/Pil gli investimenti nella scuola o nella sanità, investimenti che hanno un ritorno sociale”, afferma Di Maio durante il comizio.

Il tavolo sul salario minimo. Governo apre a sindacati
I passi avanti nella definizione del salario minimo orario annunciati da Di Maio a Monterotondo sono frutto del tavolo tecnico convocato al ministero del Lavoro a Roma tra governo e sindacati. La novità più significativa che arriva è la rassicurazione per cui il provvedimento sul salario minimo orario valorizzerà il riferimento alla contrattazione collettiva estendendo a tutti i minimi tabellari del contratto del settore nel quale si lavora. Minimi tabellari che non dovranno essere inferiori ai 9 euro lordi l’ora. Altra novità, il fatto che il lavoro domestico sarà escluso dall’applicazione del salario minimo orario. Intanto sono 72 gli emendamenti che i senatori hanno presentato al ddl sul salario minimo, ora all’esame della commissione Lavoro di Palazzo Madama.

L’intenzione del governo di presentare un emendamento “richiamando i minimi tabellari dei contratti nazionali è un passo avanti“, ammette il segretario Uil Carmelo Barbagallo, sottolineando che invece “si lascia il riferimento ai 9 euro lordi, ma non si capisce per chi“. Questo è uno dei punti principali, che andrebbe “superato“: “Noi chiediamo che siano i contratti nazionali a definire i minimi tabellari”, rimarca la leader Cisl Annamaria Furlan. E che questi “diventino il riferimento per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici”. I sindacati all’unisono sottolineano, infatti, che il salario “non è soltanto la paga oraria”, ma è composto da tante altre voci quali ferie, malattia, tredicesima e Tfr. Dunque, “bisogna evitare che con la scusa del salario minimo si abbassino i salari nel Paese”, avverte il numero uno della Uil. Mentre il numero uno della Cgil Maurizio Landini attacca: “Per ora siamo al paradosso che, mentre il governo parla di legge sul salario minimo, non sono ancora state stanziate le risorse necessarie per rinnovare tutti i contratti nazionali del settore pubblico”, afferma, aprendo l’appuntamento di Matera su Europa, cultura e lavoro.

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