In un'intervista al Corriere della Sera, il tesoriere democratico annuncia il passo indietro sulla proposta di legge sull'equiparazione degli stipendi dei parlamentari italiani a quelli europei. Il Blog delle Stelle: "Zingaretti sbugiardato, la norma c'era eccome. Se la nostra era solo propaganda e se erano convinti della bontà delle proprie convinzioni politiche perché non sono andati fino in fondo con la loro legge?". Il segretario: "Ora basta con la politica delle bugie del M5s"
Ritiro del provvedimento che equiparava gli stipendi dei parlamentari italiani a quelli dell’Europarlamento e querela al vicepremier Luigi Di Maio. La doppia azione di Luigi Zanda è annunciata in un’intervista al Corriere della Sera, in cui il tesoriere del Pd ha comunque rivendicato la bontà del suo provvedimento e contestualmente attaccato il capo politico del Movimento 5 Stelle. “Quello di Di Maio è un atteggiamento di rarissima arroganza – ha detto Zanda – Non gli basta essere capo partito, vicepremier, guidare due dicasteri: vuole essere anche grande inquisitore e giudice, l’unico autorizzato a violare le regole del suo movimento e a cambiare, come in questo caso, il vero in falso“. Il senatore democratico poi ha sottolineato come “attualmente i senatori guadagnano al netto 11.134 euro, quelli europei, a cui il mio ddl equipara gli stipendi, 10.499. Si aggiunga poi che il fisco italiano è più severo di quello europeo”. Nonostante questo, però, Zanda ha annunciato il ritiro della proposta, “pur considerandola un’ottima soluzione”. Il motivo del passo indietro? “Non voglio che il Pd debba subire due volte al giorno le manipolazioni politiche di Di Maio e dei suoi e perché voglio contribuire alla serietà di una campagna elettorale per l’Europa che considero molto importante” ha detto il tesoriere del Pd. L’altro passo è quello di querelare il vicepremier del M5s: “La distorsione della verità non è tollerabile – ha annunciato – Perciò ho dato mandato ai miei legali di citare in giudizio Di Maio perché risponda in sede civile dei danni che mi ha recato distorcendo il significato del mio ddl. Di Maio stia sereno: alla fine la giustizia italiana dirà chi ha ragione”.
Ragione che a sentire il Movimento 5 Stelle non è in discussione: “Allora era tutto vero. Zingaretti è stato sbugiardato dal suo stesso tesoriere. Zanda ha dichiarato che ritirerà la vergognosa proposta Pd. Avevamo ragione noi!” si legge in un post pubblicato sul Blog delle Stelle. “Se la nostra era solo propaganda e se erano convinti della bontà delle proprie convinzioni politiche – è l’argomentazione dei pentastellati – perché non sono andati fino in fondo con la loro legge? Caro Zingaretti, la proposta Pd di aumentare gli stipendi dei parlamentari c’era eccome! E Zanda ci è rimasto talmente male che adesso minaccia causa a di Maio. Ma con quale coraggio?”. L’accusa nei confronti del Pd non è finita: “Zanda e tutto il Pd si vergognino. Il Partito Democratico è in confusione totale. È evidente”, si legge ancora nel post in cui, tra l’altro, analizzando il Ddl di Zanda il M5s ha sottolineato altri aspetti: “Chiamano con un altro nome il Tfr e, soprattutto, i vitalizi! Vogliono reintrodurre i vitalizi che noi abbiamo abolito! È tutto scritto nero su bianco, altro che bufale! – hanno attaccato i grillini – Come mai ci hanno messo così tanto a decidere di ritirare questa proposta scellerata? Staremo a vedere. Mai fidarsi del Pd”. In conclusione, il post sul Blog delle stelle sottolinea che “oggi Zanda straparla di attacco alla democrazia e minaccia causa a Di Maio: Zanda e tutto il Pd dovrebbero prima passarsi la mano sulla coscienza – è la denuncia – La causa per danni dovrebbero farla tutti i cittadini italiani per le loro proposte assurde di reintrodurre finanziamento pubblico e vitalizi! Ma noi sappiamo qual è la verità – hanno detto – Questi pensano solo ad intascare e a far lievitare i propri conti in banca. Alla faccia dei cittadini onesti che per anni hanno massacrato!”.
Non si è fatta attendere la replica del segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti. A margine di un’iniziativa in Regione Lazio, il governatore ha sottolineato che con il ritiro della proposta “finisce un’altra bufala dei Cinque Stelle“: “Non era previsto nessun aumento degli stipendi dei parlamentari – ha detto Zingaretti – ma solo elementi di trasparenza e di passi in avanti per far decidere un corpo terzo sullo stipendio dei parlamentari”. Il leader democratico ha poi ringraziato il suo tesoriere, “perché di fronte a una aggressione vergognosa fondata sulle bugie non solo ha ritirato il testo di legge ma anche annunciato una denuncia per danni a Di Maio perché in questo Paese non si può continuare a fare politica sparando bugie e aggredendo gli avversari inventando notizie”.