Il capitano Nikos Metaxas è comparso oggi in tribunale dopo aver confessato di avere ucciso 5 donne – tutte collaboratrici domestiche straniere – e due figlie (di 6 e 8 anni) di due delle sue vittime. Nel frattempo la polizia di Cipro, dove si sono svolti i fatti, ha recuperato una valigia contenente i resti di un corpo umano in un lago a sud-ovest di Nicosia. Si tratta del secondo cadavere ritrovato in questo luogo in una settimana e stavolta “sarebbe quello di un bambino“. Lo ha detto il portavoce della polizia Andreas Angelides, aggiungendo che il corpo si trova in “stato avanzato di decomposizione”.
Metaxas conosceva le sue vittime su un sito di incontri online e dopo averle frequentate per qualche tempo le uccideva. Si tratta del primo caso di un omicida seriale nell’isola del Mediterraneo. Un fatto che ha sconvolto la comunità e ha portato alle dimissioni del ministro della Giustizia del Paese in seguito alle polemiche su presunte carenze della polizia nelle indagini. Le vittime di Metaxas potrebbero essere però molte di più: alcuni media internazionali parlano addirittura di 30. Una vicenda che ha portato alla luce lo stato di quasi schiavitù nel quale sono costrette a vivere migliaia di donne migranti che lavorato come donne delle pulizie.
La data di inizio di questo orrore è il 14 aprile: alcuni turisti hanno infatti trovato il corpo legato di una donna – la 38enne filippina Mary Rose Tiburcio – in un pozzo minerario allagato vicino al lago tossico artificiale di Kokkinopezoula, 32km a ovest di Nicosia, che fa parte di un’ex miniera di pirite di rame. Da qui sono partite le indagini che hanno portato all’arresto di Metaxas, prima della scoperta di un secondo corpo, quello della 28enne filippina Arian Palanas Lozano, trovato nello stesso pozzo il 20 aprile.
Metaxas è stato arrestato grazie ai messaggi scritti da Tiburcio sul sito di incontri: i due si sono frequentati per 6 mesi prima della scomparsa della donna e di sua figlia di 6 anni, nel maggio 2018. Il capitano ha confessato di avere gettato tre delle sue vittime nel lago: domenica scorsa vi è stata trovata una valigia contenente un corpo in stato di decomposizione, mentre qualche giorno prima un altro cadavere – probabilmente quello della nepalese Ashita Khadka Bista – era stato scoperto in un poligono di tiro militare a circa 15 km di distanza.