Condanna ridotta in appello e assoluzione da una delle due imputazioni di peculato, quella legata ad una fattura pagata da un’azienda riconducibile al compagno. La Corte d’appello di Cagliari ha inflitto 3 anni, 3 mesi e venti giorni di reclusione all’ex sottosegretaria alla Cultura del governo Renzi, Francesca Barracciu. In primo grado, l’esponente del Pd, già sindaca e consigliera regionale tra il 2004 e il 2013, era stata condannata a 4 anni dopo l’inchiesta sui fondi destinati ai gruppi consiliari della Sardegna.
La Corte ha dichiarato prescritte le contestazioni dal dicembre 2005 all’aprile 2006, ma ha fatto anche cadere (“perché il fatto non sussiste”) la seconda contestazione per 3.600 euro relativa ad un assegno pagato alla società “Evolvere” che nel 2009 avrebbe organizzato convegni e incontri per conto del Pd. Eventi a carico del gruppo consiliare di cui, però, si erano perse le tracce durante le indagini di finanzieri e carabinieri.
L’ex europarlamentare del Pd era accusata di due peculati che, sommati, superavano di poco gli 80mila euro. Finita nell’indagine sulle spese illecite compiute con i fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale, che in Sardegna ha coinvolto un’ottantina di politici, Barracciu si era giustificata davanti agli investigatori della Procura spiegando che buona parte dei soldi ricevuti dal gruppo erano andati in spese carburante e rimborsi chilometrici.
Le indagini del pm Marco Cocco, titolare di tutti i fascicoli, avevano però accertato che non era così. Nel processo d’appello, il legale dell’ex sottosegretaria – che si dimise quando venne rinviata a giudizio annunciando che sarebbe uscita a “testa alta” dal processo – ha protestato con forza sostenendo che sia stata leso il diritto della difesa perché Barracciu era stata stralciata dal resto degli indagati, ancora in attesa del processo di primo grado. A chiedere la conferma della sentenza, invece, era stata la sostituta procuratrice generale Maria Grazia Genoese. Letta la decisione che riforma in parte la condanna di primo grado, il difensore ha annunciato ricorso in Cassazione. “Andremo serenamente al terzo tempo – si è limitata a dire la Barracciu – per ora, però, mi conforta che sia caduta una delle accuse su cui in tanti avevano speculato”.